L’associazione dei sindaci si defila, l’opposizione fa un passo indietro dopo aver contribuito al primo sì. Ma, soprattutto, anche il governo si prepara a una inversione a U. E così la norma che aumenta lo stipendio dei sindaci attingendo però al fondo che finanzia i servizi pubblici perde sostenitori e traballa a meno di 48 ore dalla sua approvazione in commissione Bilancio all’Ars. La norma, proposta dal forzista Riccardo Savona, presidente della commissione Bilancio, prevede di aumentare lo stipendio a 210 sindaci su 390: tutti quelli che guidano paesi che contano fino a un massimo di 5 mila abitanti. Gli aumenti variano da 357 a 497 euro al mese. Ma la Regione non erogherà risorse aggiuntive per finanziarli, costringendo così i sindaci ad attingere al proprio bilancio: facile prevedere che per assicurarsi la busta paga più pesante ogni sindaco dovrà tagliare alla voce servizi pubblici visto che il costo totale dell’operazione è di 672.514 euro all’anno. Senza considerare che sta per essere votato un emendamento che prevede aumenti anche per assessori e presidenti di consiglio comunale: ipotesi che farebbe raddoppiare la spesa, sempre a danno dei servizi pubblici. L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola