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Rifiuti a Palermo, decade il cda della Rap e Norata silurato: "Tra me e Orlando mai stato feeling"

L'ex presidente della Rap, Giuseppe Norata

Si azzera il Cda della Rap, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Palermo. Si sono dimessi dal Cda Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano. Decisione che fa decadere dalla carica di presidente Giuseppe Norata. Adesso si dovrà nominare un nuovi Cda.

Una decisione condivisa dall'amministrazione comunale e che sarebbe legata anche a una spaccatura nella maggioranza con Italia Viva, che invece sostiene il presidente. "Nel ringraziare i due componenti del CdA per il lavoro svolto - ha detto l'assessore al ramo Sergio Marino - occorre prendere atto del fatto che è necessario un radicale cambio di passo nell'azienda che ha certamente più di altre un impatto immediato e diretto nel quotidiano di tutti i cittadini, sulla qualità della vita, sull'ambiente e sul decoro. Un cambio di passo che non può non partire da una governance adeguata, all'altezza delle aspettative che l'amministrazione e tutti i cittadini ripongono".

Norata: tra me e il sindaco mai stato feeling

Replica il presidente Norata: "Tra me e il sindaco Orlando non c'è stato mai un feeling perfetto. A gennaio avevo pianificato le mie dimissioni che ho congelato in relazione ad un'apertura del Comune. Entro marzo il socio unico di Rap aveva preso determinati impegni (Pef Tari, ricapitalizzazione, pagamento dei 40 milioni di vecchi crediti) che non ha rispettato. Niente di niente. Da un punto di vista personale e aziendale mi sento sereno perché ho dato il massimo, nella quasi totale assenza dell'amministrazione comunale".

"Non ho fatto mai questa scelta per motivi economici - aggiunge Norata - il mio compenso è stato di 7 mila euro l'anno lorde. Ne ho pagate 8 mila per le sanzioni dovute al fatto che ho portato i rifiuti a Bellolampo. Ho svolto il mio servizio con coscienza. Alla fine sono stato sacrificato per lanciare un messaggio politico ad una parte politica del consiglio comunale".

Frattura tra Italia Viva e Orlando

La maggioranza che sostiene il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando rischia di spaccarsi. Dopo la bocciatura, da parte del consiglio comunale, del piano triennale opere pubbliche (con 6 astensioni del gruppo di Italia Viva) ed in precedenza anche del bilancio consolidato, si apre a palazzo delle Aquile una frattura le cui conseguenze non sono ancora chiare. Ieri, le improvvise dimissioni di due consiglieri della Rap, sono state una risposta alle schermaglie che non sono nuove, però, tra Orlando e i renziani.

"Se il sindaco Orlando vuole cercare i responsabili delle bocciature di alcuni provvedimenti, guardi all'interno della sua giunta, perché Italia Viva non farà da capro espiatorio per coprire le colpe politiche di altre componenti della maggioranza che, nel frattempo, sono già in campagna elettorale anziché pensare alla città" scrivono in una nota Dario Chinnici e Gianluca Inzerillo, capigruppo di Italia Viva e Italia Viva-Sicilia Futura.

Orlando al momento resta in silenzio, ma parla l'assessore al bilancio Sergio Marino, con delega alla Rap: "E' necessario un radicale cambio di passo nell'azienda che ha più di altre un impatto immediato e diretto nel quotidiano di tutti i cittadini, sulla qualità della vita, sull'ambiente e sul decoro. Un cambio di passo che non può non partire da una governance adeguata, all'altezza delle aspettative che l'amministrazione e tutti i cittadini ripongono".

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