«Più di un mese e mezzo di silenzio da parte del presidente della Regione Nello Musumeci». Era il 10 febbraio scorso quando il comitato Zone Franche Montane Sicilia chiedeva alla più alta carica del governo regionale di poter partecipare alla nomina di uno dei componenti siciliani della Commissione Paritetica - soggetta a modifiche dopo il cambiamento del contesto politico nazionale - per mettere al centro il tema delle terre alte di Sicilia.
«A distanza di un mese e mezzo sollecitiamo, con una nuova lettera il presidente Musumeci - che comprendiamo essere impegnato nella gestione dell’emergenza pandemica - perché siamo convinti che l’intervento di fiscalità di sviluppo in favore dei territori montani siciliani si sarebbe potuto concretizzare più velocemente se la Regione Siciliana ne avesse avuto la previsione nel proprio statuto allineandosi ad altre regioni a statuto speciale», dice Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione Zone franche montane Sicilia. L’associazione vuole risposte. E in tempi brevi.
«La Regione Siciliana - aggiunge Lapunzina - avrebbe potuto provvedere autonomamente al finanziamento delle zone franche montane, nel contesto della sua politica economica, se i ben noti articoli 36 e 37 fossero attuati secondo il dettame statutario. Queste sono le più evidenti motivazioni che ci hanno indotto a richiedere una immediata riconfigurazione partecipativa della Commissione Paritetica».
Ragioni che a causa di una profonda crisi accentuata dalla pandemia «impongono una indispensabile accelerazione all’attività di questo organo». «Così come è avvenuto in altri contesti politici - conclude il presidente - riteniamo che sia indispensabile una sua integrale ricomposizione, che con nuova linfa possa recuperare le ben note questioni irrisolte nel rapporto tra lo Stato e la Regione. Mai come in questi momenti del 2021 gli obiettivi non possono che convergere verso l’immediatezza e la certezza dei provvedimenti».
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