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Piano vaccini, criterio unico in tutta Italia: priorità alle fasce di età

Un unico criterio per valido per tutta l'Italia per stabilire l'ordine di vaccinazione. Niente più differenze quindi tra regioni ma ma si userà l'ordine delle fasce di età (dai più anziani ai più giovani) ma con alcune correzioni: precedenza a coloro con patologie gravi e disabilità, in quanto soggetti fragili. E' quello che prevederà il nuovo piano vaccinale messo a punto dal governo.

Previsto anche la possibibilità di somministrare il vaccino nei luoghi di lavoro se si tratta di grandi aziende e negli ambulatori dell’Inail per quelle piccole, che non hanno il medico aziendale. Tra i potenziali vaccinatori ci saranno anche gli odontoiatri, oltre agli specializzandi e ai medici di famiglia.

Le priorità

L'obiettivo del piano vaccinale sarà quello di completare la vaccinazione per personale sanitario, over 80, personale della scuola, militari e e forze dell'ordine, fermando la discrezionalità delle regioni che hanno deciso di immunizzare categorie meno a rischio. In parallelo si parte con le persone dai 70 anni in su e i cosiddetti "estremamente fragili". Questi ultimi sono quelli con una forma grave delle 14 patologie indicate nel precedente protocollo (come malattie respiratorie e circolatorie) e verranno vaccinate con i vaccini Pfizer o Moderna nei centri ospedalieri.

Centri vaccinali

Verranno aumentati i centri vaccinali, con almeno un grande centro per ogni comune sopra i 50 mila abitanti e si useranno tutti gli spazi disponibili: piazzali delle stazioni, parcheggi dei centri commerciali, centri congressi, palazzetti dello sport, stadi. Per i centri più isolati si useranno 150 nuclei vaccinali mobili con giornate vaccinali. Ci sarà anche il contributo della Protezione civile per aiutare le Regioni.

Seconda dose ritardata

Tra le strategie anche quello di ritardare il secondo richiamo pur di poter vaccinare più persone possibili con la prima dose. Ritardo che dovrebbe valere sostanzialmente solo per AstraZeneca visto che Johnson & Johnson prevede una sola dose e per le vaccinazioni di over 80 e sanitari (per i quali si usano Pfizer e Moderna) non dovrebbe cambiare nulla.

Coinvolti anche gli odontoiatri

Anche gli odontoiatri italiani potranno somministrare i vaccini anti-Covid. Ieri il via libera dal ministero della Salute nel corso dell’incontro con Filippo Anelli, presidente Fnomceo (la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri), e con Raffaele Iandolo, presidente della Commissione albo odontoiatri nazionale. A darne notizia è la stessa Fnomceo. Diventano così oltre 150mila i medici che danno il loro contributo alla campagna vaccinale: i 63.600 odontoiatri si aggiungono ai 40mila specializzandi e ai 60mila medici del territorio (medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali). A questi, inoltre, possono aggiungersi i medici volontari, pensionati e liberi professionisti.

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