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Crisi, Fico incontra i partiti: M5s e Pd insistono sul nome di Conte, Renzi: "Governo politico"

Prima giornata di consultazioni per il presidente della Camera Roberto Fico incaricato con un mandato esplorativo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di sondare gli umori dell'eventuale maggioranza che dovrebbe sostenere il nuovo governo. Il M5s punta sempre sul nome del premier uscente, Giuseppe Conte, come presidente del Consiglio e ribadisce il suo no al Mes. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, parla di programma e di un patto di governo fino al 2023. Infine, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, chiede un governo politico e vuole conoscere i contenuti prima della squadra.

Un programma scritto e sottoscritto da tutte le forze che compongono la maggioranza. Un 'patto' di legislatura fino al 2023. Su questo tutti i partiti consultati da Roberto Fico nel primo giorno di 'esplorazione' sono d’accordo. I distinguo, come ormai da giorni, emergono quando si passa a parlare di nomi. Se, infatti, per M5s, Pd e Leu il nuovo esecutivo dovrà essere guidato da Giuseppe Conte, per Italia viva il tema va affrontato solo dopo un accordo sui contenuti. Matteo Renzi continua a non sciogliere il nodo sul Conte ter, e rimand a una fase successiva la scelta del presidente del Consiglio. «Prima i contenuti», è il refrain.

Per il Pd «Conte è la sola personalità capace di raccogliere i consensi necessari». Insomma, ribadisce il segretario dem Nicola Zingaretti, prima delle consultazioni, Conte è l’unico «in grado di garantire equilibrio e una immediata ripartenza». I 5 stelle lo mettono bene in chiaro dopo il colloquio con Fico: «La scelta del presidente Conte come guida del governo per noi è una scelta indiscutibile», scandisce Vito Crimi. Anche Leu insiste sul «leale sostegno per una ripartenza con un governo presieduto da Giuseppe Conte. Non abbiamo posto veti ma chiediamo che anche le altre forze politiche si comportino di conseguenza», spiega il capogruppo Federico Fornaro. Sul patto di programma, sul «cronoprogramma» sottoscritto da tutti «pubblicamente e solennemente», con tanto di temi e tempi, gli ex alleati sono quindi tutti d’accordo. Anche perchè, «verba volant», avverte Renzi, e con un documento scritto «si tolgono gli alibi».

Restano, oltre che sul nome del premier, altri nodi da sciogliere. Come il Mes. Anche se nessuno pone ultimatum o diktat. I 5 stelle chiedono che i «temi divisivi» siano eliminati dal tavolo. Italia viva, prima di farne carta straccia, soprattutto dei 36 miliardi per la sanità che, ribadisce Renzi, «secondo noi servono», chiede di «discuterne, ma senza imposizioni da parte di nessuno». Anche il Pd è pronto a sedersi al tavolo, perchè, è la convinzione di Zingaretti, «serve un programma di governo che abbia la prospettiva di fine legislatura», quindi un governo solido che duri fino al 2023. Ma, sia chiaro, avverte il leader dem, perchè l’obiettivo vada a buon fine serve «la lealtà e la coerenza di tutti». Un appello che fa proprio anche Leu, mentre Renzi rivendica la lealtà di Italia viva, «da sempre, perchè diciamo in pubblico quello che diciamo in privato». Insomma, concluso il primo giorno di consultazioni, la strada resta in salita (tanto più per un Conte ter), e saranno necessari nuovi incontri nei prossimi giorni. Come fanno capire sia Crimi sia lo stesso Renzi.

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