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Governo, per Fico "confronto di maggioranza sul programma": 5 nomi dividono Conte e Renzi

Matteo Renzi

Il primo turno di consultazioni non basta, domani ci sarà un nuovo incontro tra il presidente della Camera Roberto Fico e le forze di maggioranza.  "Dagli incontri di ieri e oggi è emersa da parte delle forze politiche la disponibilità comune a procedere in un confronto su temi e punti programmatici. per raggiungere una sintesi - ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, al termine della seconda giornata di consultazioni -. Per questo ho promosso l’avvio di questo confronto nella mattinata di domani qui a Montecitorio".

Prenderanno parte al momento di confronto, che avrà inizio alle 9,30, rappresentanti politici di ogni gruppo incontrato nelle scorse ore.

Tutto sembra ruotare attorno ai nomi. La battaglia sul nuovo governo si gioca sulle figure di Domenico Arcuri, Alfonso Bonafede, Roberto Gualtieri, Lucia Azzolina, Rocco Casalino.

Per Matteo Renzi il Mes, al momento, è un problema di secondo piano. Il piano vaccini, invece, è un tema molto più caldo ed è su quello che il leader di IV vuole puntare. Con conseguenze nefaste per Arcuri, il super-commissario di cui Conte non vorrebbe mai privarsi. Renzi, come al Quirinale, dopo le consultazioni parla col piglio del vincitore. Di chi ha la consapevolezza che, se pure ci fosse il Conte-ter, Iv ne uscirebbe di molto rafforzata.

Conte, invece, al momento guarda da lontano le consultazioni di Roberto Fico ma con il presidente della Camera è informalmente in contatto.

Il presidente della Camera, più che altro, nel corso della giornata ha ascoltato. Preso appunti. Registrato cosa ancora unisce Pd, M5S, Leu e soprattutto e Iv. E cosa potrebbe far deflagrare tutto. Non siamo nei tempi di guerra tra alleati di qualche giorno fa. E qualche contatto tra i pontieri di M5S, Pd e Iv potrebbe già esserci. Anzi, da Montecitorio, dopo le consultazioni, escono assieme Renzi e il capogruppo M5S Ettore Licheri.

Ma il percorso resta molto in salita. Anche perché, per non perdere i voti di Iv, Conte dovrebbe di fatto sconfessare buona parte dell'operato del suo secondo esecutivo. Dando il suo placet al "siluramento" di Gualtieri dal Mef (dove, secondo gli ultimi rumors, potrebbero finire o Fabio Panetta o Ernesto Ruffini) o della Azzolina alla Scuola. O affidando, secondo fonti di maggioranza, un ministero economico (in alternativa il Mit, se spacchettato) a Iv, che non vuole in alcun modo essere tagliata fuori dalla gestione del Recovery. E poi c'è il nodo Bonafede: in pochi, nei corridoi di Montecitorio, scommettono sulla sua permanenza al ministero della Giustizia in caso di Conte-ter.
Rocco Casalino, infine. Il bombardamento di Renzi contro il portavoce del presidente del Consiglio è costante: l'ex uomo macchina del M5S appare uno dei primissimi obiettivi nel mirino dell'ex premier.

Renzi dal canto suo, tiene aperta ogni strada. Quella del governo politico con un altro premier e quella del governo istituzionale. Ma non quella del voto. E' su questo punto, secondo chi ha dimestichezza con Conte, che secondo l'avvocato del popolo Iv potrebbe spaccarsi. Ma il problema è che l'arma del voto parte spuntata: con la riforma dei parlamentari nel M5S in pochi lo vogliono. E forse anche nel Pd, sebbene Nicola Zingaretti abbia, nelle settimane scorse, ventilato con decisione le ipotesi. "E poi davvero il Quirinale ci manderebbe alle urne?", si chiede una fonte di primo piano del Movimento a consultazioni in corso. Non è, certo, una prospettiva da scartare. Ma è, al momento, a dir poco molto lontana.

Al Senato però i "dibbacontiani" potrebbero creare qualche problema a Renzi. I fedelissimi del premier non sono pochi e, numericamente, c'è da tenerne conto. Meno numerosi sono i "dibattistiani".

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