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Recovery Fund, Conte chiama sindacati, imprenditori e amministratori

Affinare il Recovery Plan, coinvolgendo il Paese dalle parti sociali agli enti locali, e nel frattempo mettere a terra i 32 miliardi di scostamento appena approvati dalle Camere per sostenere l’economia ancora provata dalla crisi Covid. Mentre cerca di assestarsi dopo l'addio di Italia Viva, il governo mostra di procedere spedito sui dossier più urgenti, dal piano per i fondi Ue al nuovo decreto Ristori che dovrebbe vedere la luce, però, solo la prossima settimana.

Il premier Giuseppe Conte chiama tutti, come annunciato: si inizia con i sindacati - citati anche durante il discorso sulla fiducia - poi imprese, commercianti e artigiani lunedì, e martedì sindaci e governatori, tra i più attivi nelle ultime ore nell’avanzare suggerimenti ma anche richieste. Come quella di stanziare 4 miliardi e mezzo per gli aiuti a sci e montagna, con la stagione ferma e sempre più concreto il rischio che non si riparta per niente.

Non a caso il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, nella lettera in cui spiega ai commissari Valdis Dombrovsis e Paolo Gentiloni le ragioni della nuova deviazione sui conti pubblici - solo per il 2021 - chiarisce che un intervento così corposo è stato pensato proprio per avere fieno sufficiente in cascina se la stretta anti-Covid che al momento è prevista fino a metà febbraio si dovesse protrarre anche in primavera. Una eventualità «che non si può escludere», mette nero su bianco il titolare di via XX Settembre, che nello stilare l’elenco delle misure cita anche nuovi fondi per la scuola e per il Reddito di cittadinanza e la possibilità di prolungare la cassa Covid «fino all’autunno se necessario».

L’ipotesi sul tavolo è quella di altre 26 settimane di cassa gratuita ma 'selettiva', per i settori più in difficoltà dei servizi, mentre per le altre attività ci potrebbe essere una proroga breve. Insieme alla Cig, annuncia intanto il viceministro M5S Laura Castelli, arriverà il rifinanziamento anche per le «indennità degli stagionali» e per i «congedi parentali». Non è un tema, almeno per il momento, quello del cashback, sollevato da Italia Viva e dalle opposizioni, che punterebbero a spostare i 4,75 miliardi dei rimborsi per chi paga con carte e bancomat sui ristori. «Basta ricatti», il Cashaback «sta funzionando», dice sempre Castelli. Con il decreto si dovrebbe comunque mettere da parte un 'tesorettò che serva appunto per le esigenze che si dovessero presentare nei prossimi mesi (si potrebbe rifinanziare il fondo anti-Covid della manovra, prosciugato per le modifiche parlamentari).

Il meccanismo dei ristori invece, è ancora oggetto di approfondimenti ma i nuovi aiuti, precisa Gualtieri, "consisteranno principalmente in crediti di imposta». Il tema sarà oggetto di confronto con le parti sociali, anche se la convocazione ufficiale è sul Recovery: la versione aggiornata del documento è all’esame delle commissioni (dove Italia Viva potrebbe fare pesare i suoi numeri) ma non entrerà nel vivo prima di febbraio. Solo verso la fine della prossima settimana dovrebbe ricominciare un ricco ciclo di audizioni sia alla Camera sia al Senato, poi tutte le commissioni esprimeranno i loro pareri che saranno riassunti in una relazione delle commissioni Bilancio (insieme alle Politiche Ue al Senato) e poi avviate, al termine di questo percorso, all’attenzione dell’Aula. Proprio il Parlamento potrebbe dare qualche indicazione sulla governance, stralciata per ora dal Piano ma che va definita prima di inviare il piano a Bruxelles. Andranno peraltro dettagliate meglio, avvisa Gentiloni, sia le riforme, "con un messaggio chiaro» in linea con le raccomandazioni Ue 2019, sia «tempi e obiettivi dei progetti». Che erano stati messi a punto per la prima versione del piano, quella con cabina di regia a tre e capi missione, poi bocciata dai partiti. ANSA

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