Giuseppe Conte si presenta puntuale nell'Aula del Senato per il voto clou, che deciderà la vita e lo stato di salute della maggioranza. Nell'aula, dove ci sono gli ormai ex alleati Matteo Salvini e Matteo Renzi, il premier ricalca il discorso di ieri alla Camera ma accentua l'appello ai volenterosi e la necessità di un governo solido, consapevole che "i numeri sono importanti e questo è un passaggio fondamentale". Aula piena come nelle grandi occasioni, arriva anche la senatrice a vita Liliana Segre, accolta da applausi in piedi dei senatori della maggioranza. Il suo voto, come quello degli altri senatori a vita presenti, sarà determinante. L'intervento del premier si apre con l'omaggio a Emanuele Macaluso, "un grande protagonista della vita politica e culturale italiana". Ma subito dopo Conte parte dalla difesa dell'azione del suo governo, con la sottolineatura rivolta a Iv, che "le opere" del dl semplificazioni "non si sono mai fermate e i cantieri sono aumentati". Il premier, davanti a Renzi, conferma che il rapporto è rotto: "Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza". Si volta pagina. Conte conferma la vocazione europeista e atlantica, "lavoreremo subito con Biden".
E accentua molto il lavoro fatto per il meridione. "Ora bisogna rimarginare la ferita della crisi", sostiene Conte chiedendo aiuto ai volenterosi e ribadendo la necessità anche di una legge proporzionale, "il maggioritario creerebbe instabilità" e di una riforma "meditata" del Titolo V. Come ieri, il premier chiude citando l'appello di Mattarella alla responsabilità e fiducia, accolto da un lungo applauso della maggioranza e brusii dell'opposizione. I primi interventi, di Pier Ferdinando Casini e di Mario Monti a favore del sì, fanno sperare il governo. Ma il socialista Riccardo Nencini ancora non si sbilancia: "Valuteremo".