La probabilità che si vada verso nuove chiusure sale parallelamente all'inarcarsi della curva pandemica. L'idea resterebbe comunque quella di un lockdown light. Anche perché, la chiusura totale pone un problema di non poco conto al governo: quello di mettere in campo nuovi miliardi di aiuti.
A quel punto un nuovo scostamento di bilancio si renderebbe necessario e il governo dovrebbe riscrivere sia la Nadef che il Documento di Programmazione e Bilancio. Non a caso, parlando con i suoi omologhi europei, Conte ha ribadito che il Recovery Fund deve "partire il prima possibile". perché le casse dello Stato non sono illimitate. E perché l'alternativa è quel Mes che, oggi, potrebbe significare la fine di questa maggioranza.
Quel che è certo è che Giuseppe Conte e il governo sono entrati nella fase più delicata della gestione del Covid-19. Hanno una manciata di giorni per decidere se e come chiudere il Paese. Con un rischio che, anche nella maggioranza, si insinua in queste ore: che sia già troppo tardi. Conte resta fermo sulla sua linea di attendere, prima di ogni decisione, la verifica degli eventuali effetti del Dpcm.
Ma, intanto, il virus corre e torna a scatenare le fughe in avanti delle Regioni. Un vertice di maggioranza, con la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, viene convocato d'emergenza in serata: sulla scuola, perno della strategia anti-Covid dell'autunno, si va verso una gestione in ordine sparso, con alcune Regioni che, sfruttando i margini concessi dal Dpcm, estendono la Dad, scatenando l'ira della ministra M5S.
Ma anche la maggioranza rischia di trovarsi divisa. Ieri a tarda sera si è svolto un confronto sulla scuola, dove in sostanza "ognuno è rimasto nelle proprie posizioni" e nessuna decisione è stata presa. Al vertice di maggioranza hanno partecipato Giuseppe Conte, i capi delegazione e la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina.
La riunione era stata richiesta dalla stessa Azzolina, in accordo col capo del governo, per fare il punto sul dossier dopo le misure più restrittive, con l'introduzione della Dad, messe in campo da diverse Regioni. "Per il governo la scuola è un presidio fondamentale", ribadiscono fonti di Palazzo Chigi al termine della riunione.
"Sulla scuola si deciderà quando il governo opterà per ulteriori misure anti-Covid", spiegano fonti qualificate di governo senza specificare quanto il premier passerà alla nuova stretta. "Potrà essere domani, tra una settimana o tra due settimane", spiegano le stesse fonti. Il M5S, si sottolinea, resta il più fermo sulla linea delle lezioni in presenza a scuola. "Bisogna capire cosa significa scuole aperte. Sul primo ciclo siamo ancora fiduciosi, sulle superiori abbiamo capito che si andrà molto in Dad", spiega una fonte M5S di governo. Il tema, però, è che l'orizzonte delle nuove chiusure appare, in queste ore, più vicino e il range di tempo che Conte aveva scelto di prendersi - dieci giorni circa - potrebbe accorciarsi drasticamente. Per ora, toccherà alle Regioni prendersi l'onere e "l'onore" della decisione sulla scuola.
Il destino della scuola è strettamente legato al tipo di lockdown che metterà in campo il governo, se i contagi continueranno a crescere in maniera esponenziale: se sarà un lockdown - più morbido rispetto a quello di marzo - nazionale o saranno mini-lockdown locali per le zone più a rischio. E non si esclude che il governo torni a confrontarsi già nelle prossime ore.
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