Il presidente della Regione, Nello Musumeci, torna ad attaccare il governo nazionale per alcuni provvedimenti, definendo "irragionevole" la scelta sulle palestre e ristoranti, cinema e teatri.
In un'intervista al Corriere della Sera, fa presente che "episodi come quelli di Catania o Napoli vanno condannati senza se e senza ma. Tuttavia bisogna comprendere le ragioni della rabbia, se espressa in maniera civile si intende. E per questo avanzo una proposta al premier Conte: un protocollo che consenta alla Regione siciliana, per alcune materie, di derogare anche nelle misure estensive e non solo restrittive. Ci permettano di aprire fino alle 23 ristoranti, bar, pizzerie. La chiusura alle 18 non ha senso. È l’ora in cui cominciano a lavorare. Assurdo consentire l’asporto, con le persone in piedi in attesa del cibo. Non sarebbe più logico farle sedere al tavolo nel rispetto delle procedure anti- Covid?. In Sicilia la situazione non è tale da giustificare una misura così restrittiva. Noi siamo all’ottavo posto per numero di contagi. Peraltro i ristoratori hanno adeguato le strutture".
La stessa cosa dicono i proprietari delle palestre. "Altro motivo di dissenso. Palestre che io non ho voluto chiudere. Come i teatri e i cinema che chiedo a Conte di riaprire. Non c'è luogo più sicuro per rispetto delle norme di prevenzione visto che i posti sono già assegnati. Potrebbe andare bene per alcune regioni. Ma bisogna lasciare ai presidenti la possibilità di decidere".
Tornando alle ordinanze sulla chiusura degli hotspot Musumeci dice: "Il contagio può essere arrivato anche dagli hotspot. Volevamo evitare che questi nostri fratelli fossero trattati come carne da macello. Ricordo che abbiamo effettuato oltre 12 mila tamponi sui migranti. Per i siciliani? Abbiamo comprato 2 milioni di tamponi rapidi ed eseguito 650 mila tamponi molecolari e 100 mila antigenici".
Dello stesso avviso anche l'assessore regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana Alberto Samonà che, attraverso i suoi canali social, chiede al governo nazionale di riaprire "immediatamente i teatri, i cinema e tutti i luoghi della cultura e modifichi il dpcm Conte nella parte in cui dispone la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18, delle palestre, dei centri culturali e sportivi e delle piscine".
"Un simile provvedimento, infatti, non tiene conto del fatto che non si può contrastare l'emergenza covid, condannando a morte - continua - centinaia di migliaia di attività e gettando nell'incertezza milioni di persone che adesso non sanno più cosa inventarsi per sopravvivere".
"Per queste ragioni - osserva Samonà - il governo deve riaprire il confronto con le regioni, non relegandole a mere destinatarie di provvedimenti calati dall'alto, ma riconoscendone il loro ruolo di cerniere indispensabili con il Paese reale. Questo - conclude - diventa improcastinabile in quelle regioni autonome, proprio come la Sicilia, in cui vi è competenza concorrente con lo Stato in materia sanitaria".
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