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Coronavirus, Musumeci: "Siamo in guerra. Stretta su movida è necessaria"

Nello Musumeci

Una guerra contro un nemico invisibile e per questo ancora, troppo, insidioso. In Sicilia aumentano costantemente i casi di coronavirus ma non si è ancora, e si spera non si arrivi mai, ad "una condizione di emergenza se guardiamo alle altre Regioni", come spiega il presidente della Regione, Nello Musumeci. Ma, aggiunge, "l'invito alla prudenza non è mai di troppo" e "dobbiamo gestire questa situazione con grande cautela e con senso di responsabilità", sottolinea il governatore, oggi a Gela.

Sui posti letto di rianimazione ha spiegato che "quando ci sarà bisogno, avremo pronti altri posti di rianimazione; adesso abbiamo oltre 200 posti di rianimazione con 32 ricoverati. Dobbiamo essere pronti a tutto". La rete Covid in Sicilia "non cammina secondo un criterio provinciale, ma regionale. Se ci fosse bisogno di ricoverare nisseni nel trapanese lo faremo. Non può esserci una logica territoriale: siamo in guerra".

Musumeci, a proposito dei casi nelle scuole, afferma che "si sta definendo l’intesa". Ma annuncia anche "alcune ristrettezze per evitare la movida notturna: noi avevamo consentito fino alle 23 l’apertura dei locali e abbiamo anticipato il governo quando abbiamo imposto l’uso della mascherina fuori casa".

"Abbiamo un confronto costante con il governo. Da qualche ora sono stato nominato commissario per l’emergenza. Credo che Roma debba avere maggiore fiducia nei confronti dei presidenti di Regione perchè noi ci mettiamo la faccia, ci assumiamo responsabilità in prima persona. Naturalmente lo facciamo all’interno di una cornice normativa che deve offrirci il governo centrale".

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