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Regionali, finisce in parità: nel centrodestra traballa la leadership di Salvini

La sfida delle Regionali finisce in parità. Il 3 a 3 di questa tornata elettorale è caratterizzato da un forte protagonismo dei presidenti eletti, le cui liste civiche risultano addirittura il primo partito nel Veneto di Luca Zaia e nella Liguria di Giovanni Toti.

Ma è anche una tornata all’insegna del voto utile, determinante in Toscana e Puglia dove è stato significativo il voto disgiunto di molti elettori di M5s. Il Movimento di Vito Crimi rimane su soglie modeste, lontano anni luce da quelle del 2018 e 2019, mentre il Pd non solo archivia la grande paura di perdere la Toscana, ma vi risulta essere il primo partito con il 34%, "mangiandosi" Italia Viva, ferma al 3,7% Tanto basta però per fare le prime valutazioni politiche. Le elezioni anticipate "non le chiedevo ieri e non le chiedo oggi. Prima ci sono meglio è, ma non per le elezioni regionali e il referendum" ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, confermando l’intenzione di non usare il voto delle amministrative a livello nazionale.

Soddisfatto il segretario del Pd Nicola Zingaretti: "Il risultato era a portata di mano, un pochino me ne ero accorto. Credo ci sia stato il sostegno anche di molti elettori M5s. Il tema di come dare ora forma a un’alleanza più forte si pone".

Il 3 a 3 - escludendo dal conto la Val D’Aosta - scuote il centrodestra e fa traballare la leadership di Matteo Salvini, ancora sconfitto in Toscana come accadde a gennaio in Emilia-Romagna. Il segretario leghista taglia corto parlando di 15 regioni su 20 in mano al centrodestra, però è evidente che i suoi piani erano altri. Per settimane aveva attribuito al Covid il crollo nei sondaggi. Anche la notizia della Lista Zaia che surclassa quella "ufficiale" della Lega in Veneto rischia di riaprire la competizione tra il "Doge" e il "Capitano".

Va molto meglio a Giorgia Meloni che avanza ovunque, primo partito dell’alleanza in Puglia come in Campania, conquista le Marche con un suo uomo e sfiora l’en plein con Raffaele Fitto in Puglia. Ma è proprio in questa Regione che scatta l’ora dei veleni e dei sospetti incrociati: qui nelle settimane prima del voto s’è consumata una sfida nella sfida, una lotta a colpi di sondaggi, molto accesa, tra la Lega e Fratelli d’Italia per stabilire chi si dovesse candidare contro il governatore uscente Michele Emiliano. Alla fine, dopo una lunga serie di vertici tra i leader, la spuntò a fatica il partito di Giorgia Meloni, ma quella faida potrebbe aver lasciato sul campo malumori e possibili strascichi e ripicche. Il partito di Matteo Salvini, con 7,9% dei consensi, sarebbe il terzo e ultimo partito della coalizione, battuto da FdI, al 13,3% e persino da Forza Italia, al 10,9%.

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