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Coronavirus: impennata dei contagi, ma la proroga dello stato di emergenza al 31 ottobre ancora non arriva

Le bandiere di palazzo Chigi

Impennata dei contagi, focolai di coronavirus che si moltiplicano in Italia, ma la proroga dello stato di emergenza al momento non è stata formalizzata nel Consiglio dei ministri. Sul 31 ottobre come data alla quale prorogare l'emergenza per la crisi Covid c'è un sostanziale accordo. Ma resta da capire quale sarà lo strumento con cui dovranno essere prorogati i Dpcm emanati durante lo stato di emergenza al 31 luglio ed è probabile che, prima della delibera, il premier Giuseppe Conte intenda fare un passaggio in Parlamento che, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, potrebbe essere martedì prossimo.

Intanto i presidenti di Regione pensano già alla riapertura delle scuole a metà settembre e quello della Campania Vincenzo De Luca annuncia 180 mila tamponi per tutto il personale degli istituti. Il Lazio farà invece 120 mila test sierologici agli operatori scolastici fino al secondo grado, comprese le paritarie e i servizi per l'infanzia.

Aumentano i nuovi focolai, come quelli che totalizzano 20 casi i nuovi casi nella Provincia autonoma di Trento: 4 sono riferibili a una famiglia del Kosovo residente a Pergine, mentre 16 riguardano il focolaio alla Bartolini (Brt) di Rovereto, azienda che svolge servizio di corriere espresso già colpita dalla pandemia a Bologna. Altra regione, altri problemi: dopo i sei casi registrati a Conca della Campania, nel Casertano crescono i positivi. E ancora una volta sono concentrati in uno stesso ambito territoriale, il comune di Castel Volturno, sul litorale, dove vengono accertati 5 infetti. Sono 11, quindi, i nuovi contagi accertati negli ultimi tre giorni nella provincia.

Anche in Sicilia, che ieri ha visto un brusco rialzo dei contagi con 7 nuovi casi, si sono registrati focolai negli ultimi giorni, come è successo nel Catanese e come confermato dallo stesso assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza.

"Non so che combinerà il ministero della pubblica istruzione, che Dio ce la mandi buona", dice De Luca dalla Campania, "noi dobbiamo essere pronti a mandare i nostri ragazzi a scuola in sicurezza". E così lo 'sceriffo' dispone direttamente 180 mila tamponi per il personale scolastico. Nel Lazio invece si punta sui test sierologici negli istituti, mentre all'ospedale Spallanzani di Roma si sperimentano i tamponi rapidi. A giorni arriveranno i risultati e l'assessore regionale Alessio D'Amato dice: "Se funzionano il governo li usi negli aeroporti".
De Luca è stato anche protagonista di una battuta polemica nei confronti della Lombardia: "Quando noi chiudevamo - ha detto il presidente campano - altrove si facevano iniziative pubbliche, si diceva 'Milano non si ferma', 'Bergamo non si ferma', 'Brescia non si ferma', poi si sono fermati a contare migliaia di morti".

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