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Università, Manfredi: "Da settembre lezioni in presenza, no al plexiglass ma più aule"

Gaetano Manfredi, ministro di Università e Ricerca

Il ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, espone le misure che si pensa di attivare per la regolare ripresa delle lezioni, interrotte dall'emergenza coronavirus. Tra queste, il ministro esclude categoricamente l'uso di plexiglass.

Sono giorni di nuovi decreti e disposizioni per la ripresa delle attività che hanno avuto un brusco sconvolgimento a causa dell'emergenza sanitaria. Gli occhi sono puntanti anche su scuola e università e l'obiettivo è tornare in aula in sicurezza, scongiurando ogni possibile nuovo focolaio da coronavirus.

«Da settembre ripartiremo con le lezioni in presenza ma consentiremo anche un’integrazione con una didattica a distanza perché abbiamo il problema di affollamento delle aule, quindi ci saranno delle alternanze, e dall’altro abbiamo il problema degli studenti stranieri e fuori sede che richiederanno la dad. Non dobbiamo lasciare nessuno indietro», ha detto Manfredi a Sky tg24.

Le proposte avanzate per gli studenti sono tante, ma per quanto riguarda l'università, il ministro Gaetano Manfredi sembra avere le idee chiare. «Plexiglass nelle aule universitarie? No, non ci stiamo pensando. Pensiamo invece all’allungamento dell’orario per le lezioni e a un maggior numero di aule. Ci sarà dunque una diversa organizzazione», ha precisato.

Un aiuto arriva anche dal lato economico. «Interverremo sulle tasse universitarie - spiega il ministro -, fino a 20.000 euro di Isee non si pagheranno, mentre dai 20.000 ai 30.000 ci saranno sconti e interventi specifici per quelle famiglie che hanno subito un calo improvviso nel reddito. Abbiamo incrementato anche il fondo delle borse di studio per un allargamento dell’accesso e dei bonus per il digital divide».

Anche per quanto riguarda gli esami di accesso alle professioni, in molti hanno avanzato la proposta di abolirli per evitare assembramenti. Il ministro, però, ne sottolinea l'importanza, oltre al fatto che sia «previsto dalla costituzione e quindi non si può abolire».

Intanto l'università sembra sia riuscita a rispondere in maniera adeguata all'emergenza. Lauree ed esami si sono svolti regolarmente in modalità a distanza, permettendo agli studenti di non interrompere i loro percorsi.
«Il numero esami e laureati non è cambiato rispetto allo scorso anno - ha concluso il ministro -. L’università non si è fermata».

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