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Ristoranti e lidi balneari, la lista dei divieti per la Fase 2: no delle Regioni, la Sicilia chiede modifiche

La Sicilia boccia le linee guida per le riaperture pubblicate sul sito dell'Inail e consegnate alle Regioni. L'autonomia sulle riaperture dovrà seguire le indicazioni nazionali, per regolamentare da lunedì le attività all'interno dei ristoranti e degli stabilimenti balneari. «Sono caratterizzate da una visione ragionieristica della situazione e così sono misure inaccettabili», dice l'assessore regionale alle attività produttive Mimmo Turano in un articolo di Nino Giordano sul Giornale di Sicilia. L'assessore in questi giorni sta incontrando le diverse categorie produttive per chiedere modifiche.

«Solo per fare un esempio», spiega l'assessore della giunta Musumeci, «come faranno gli chef dei ristoranti a lavorare in cucina con una mascherina…». Le linee guida dell'Inail scrivono invece che «il personale di cucina, in condivisione di spazi connati, deve indossare la mascherina chirurgica». Contestate soprattutto le indicazioni per ristoranti e lidi.

RISTORANTI. Lo spazio per ogni cliente nei ristoranti deve più che triplicare passando da 1,2 metri a quattro mentre dovrà essere eliminato il servizio a buffet. "Il layout dei locali di ristorazione - si legge - andrebbe rivisto garantendo il distanziamento fra i tavoli - anche in considerazione dello spazio di movimento del personale - non inferiore a 2 metri e garantendo comunque tra i clienti durante il pasto (che necessariamente avviene senza mascherina), una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets e per contatto tra persone, anche inclusa la trasmissione indiretta tramite stoviglie, posaterie. Va definito un limite massimo di capienza predeterminato, prevedendo uno spazio che di norma dovrebbe essere non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie. La turnazione nel servizio in maniera innovativa e con prenotazione preferibilmente obbligatoria può essere uno strumento organizzativo utile anche al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti di persone in attesa fuori dal locale". Vanno eliminati - si legge ancora - modalità di servizio a buffet o similari.

LIDI. Per lettini e sdraio non posizionati sotto l'ombrellone dovrà essere garantita la distanza di almeno due metri, si legge nel documento Inail-Iss sulla balneazione e sull'organizzazione degli stabilimenti nella fase due dell'emergenza coronavirus. La distanza minima tra le file degli ombrelloni sarà pari a cinque metri mentre sarà di 4,5 metri sulla stessa fila. Sdraio e lettini dovranno essere distanti di almeno due metri e le distanze potranno "essere derogate per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante". Per le cabine, va vietato l'uso promiscuo ad eccezione dei membri del medesimo nucleo familiare o per soggetti che condividano la medesima unità abitativa. E' da vietare - si legge nel documento - l'attività ludico sportiva, i giochi di gruppo, le feste e gli eventi. Saranno chiuse le piscine e per la fruizione di servizi igienici e docce andrà rispettato il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni. Per favorire un accesso contingentato negli stabilimenti "la prenotazione, anche per fasce orarie, preferibilmente obbligatoria, può essere uno strumento organizzativo utile anche al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti, favorendo altresì un'agevole registrazione degli utenti, anche allo scopo di rintracciare retrospettivamente eventuali contatti a seguito di contagi".

Anche le altre Regioni, come la Sicilia, proveranno a modificare le linee guida. "Sono generali, ci sono spiagge con caratteristiche che danno comunque sicurezza, per esempio su altimetrie diverse; non tutte le spiagge sono come quelle dell'Emilia Romagna. Insomma ci sono location diverse. E' chiaro che bisogna adattare questo principio del distanziamento al contesto reale", ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Anche il presidente del Veneto Luca Zaia sottolinea che "le linee dell'Inail sono discrezionali, i famosi 4 metri sono frutto di un lavoro al tavolino da parte dei tecnici, i nostri dicono altre misure. Non è una norma automatica - ha precisato Zaia - ma mediata dell'umanità di quelli che ci lavorano. abbiamo un'intesa verbale con il presidente del Consiglio su linee guida generali e linee di apertura delle Regioni".

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