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Finanziaria, primo maggio in Aula: ok a buoni pasto e prestiti alle famiglie

Palazzo dei Normanni

Approvati sette articoli della finanziaria all'Ars, questa mattina l'aula avrebbe dovuto cominciare i lavori di prosecuzione del dibattito alle 11, per ripartire dall'articolo 8, quello considerato più importante, in cui sono contenute una serie di misure fondamentali per far ripartire l'economia siciliana dopo la crisi causata dall'emergenza sanitaria da coronavirus. Il presidente dell'assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché ha convocato la riunione dei capigruppo di maggioranza per fare il punto della situazione e cercare una sintesi in modo da accelerare le procedure d'esame del testo. Ancora, infatti, devono essere approvati ben 19 articoli.

Al momento è stato messo da parte l'articolo 8 per un maggiore approfondimento. I lavori d'aula sono ripartiti intorno a mezzogiorno. Si sta discutendo il comma 4 dell'articolo 10 che prevede interventi per le società partecipate dalla Regione siciliana e del percorso 'Arabo-normanno' e per il percorso Unesco.

Un provvedimento che serve a compensare gli effetti negativi ed eccezionali derivanti dalle perdite degli incassi per l'accesso ai beni del complesso monumentale Unesco 'Palermo arabo normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale', alla Fondazione Federico II, all'Arcidiocesi di Monreale, alla Diocesi di Cefalù, all'Eparchia di Piana degli Albanesi, enti gestori dei relativi beni, ai quali verrebbe assegnato un contributo straordinario pari a 4 milioni di euro, da ripartire tra gli enti. Di questa misura si è assunto la paternità il presidente dell'Ars Miccichè. Il M5s con il deputato Nuccio Di Paola ha chiesto il voto segreto sull'approvazione del testo.

Ieri si era chiusa con soli due articoli approvati la seconda giornata di lavori all’Ars. Un ritmo lento, finora sono stati varati 7 articoli su 26, contrassegnato da un certo nervosismo da parte della maggioranza, che in serata ha costretto il presidente Gianfranco Miccichè a rinviare i lavori a oggi.

Per tutta la giornata di ieri Nello Musumeci è rimasto blindato a Palazzo d’Orleans, lontano dall’aula di Sala d’Ercole in cui si stava votando la Finanziaria più importante del suo mandato. Il presidente della Regione, così come riporta Giacinto Pipitone in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, non è voluto tornare all’Ars. Segnale di una nuova frattura non solo con il Parlamento ma anche con alcuni big del centrodestra che non lo avrebbero difeso dalle critiche subite per l’attacco al renziano Luca Sammartino.

Ieri è passata una delle norme cardine, quella che stanzia i fondi per i buoni pasto e i prestiti alle famiglie. Il budget è di 200 milioni (100 dei quali già stanziati un mese dalla giunta ma mai erogati) e gran parte di questi soldi finanzieranno i buoni da assegnare alle famiglie per acquistare cibo, farmaci, pagare le bollette di luce, acqua e gas e l’affitto. I fondi andranno prioritariamente ai nuclei familiari che non percepiscono alcun reddito né altri ammortizzatori sociali. Altri 100 milioni verranno gestiti dall’Irfis per erogare prestiti «al consumo» fino a 15 mila euro senza interessi ai nuclei familiari con reddito non superiore a 40 mila euro.

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