Ci vorrà tempo per sconfiggere il coronavirus e la fine delle restrizioni in Italia è ancora lontana. Il ministro della Salute Roberto Speranza lo ha detto chiaramente intervenendo a "Che tempo che fa" su Rai2. Le misure "in scadenza il 3 aprile verranno sicuramente prorogate e ci sarà bisogno di un sacrificio che penso non sarà brevissimo". Oggi, ha detto, "siamo ancora nel pieno di questa crisi, guai a farsi illusioni".
Domani, ha aggiunto il ministro, "si riunisce il Comitato tecnico scientifico e valuteremo con i nostri scienziati". E' vero, ha sottolineato, che "ci sono segnali incoraggianti che arrivano da qualche giorno, in particolare dai Pronto soccorso delle zone più colpite, segnali di decelerazione che vanno nella direzione giusta, ma non basta".
Ora "sbagliare i tempi ci precipiterebbe indietro e bruceremmo - ha concluso - tutto quello che abbiamo ottenuto finora".
Già oggi il premier Conte aveva fatto intendere che solo con gradualità e proporzionalità si potrà tornare alla vita normale. Non subito né tutto d'un colpo, perché le prossime settimane sono fondamentali per non vanificare gli sforzi finora fatti. Con questo approccio, come lo ha "chiuso", il premier Giuseppe Conte valuterà come e quando "riaprire" il Paese. Dopo aver ascoltato il parere del comitato tecnico scientifico, prorogherà, probabilmente per due settimane, le misure anti contagio che scadono il 3 aprile.
Un blocco ancora pressoché totale fino a dopo Pasqua, a partire dalle scuole e dalle competizioni sportive, come chiede il ministro Vincenzo Spadafora che si spinge a definire "irrealistico" che il campionato riparta il 3 maggio. Con un'attenzione particolare non solo alla Pasquetta ma anche ai ponti del 25 aprile e del primo maggio, perché la voglia di pic nic o gite al mare non rischi di mandare all'aria settimane di sacrifici.
Ancor più cauti si andrà sulle misure di distanziamento individuale, con l'ipotesi - ma anche in questo caso non subito - che si stabiliscano le prime eccezioni per fasce d'età, tutelando gli anziani e consentendo ai più giovani di iniziare a muoversi. Appare probabile invece che le ultime a saltare saranno le misure che riguardano i luoghi di svago e aggregazione, a partire da discoteche e sale giochi, che per primi sono stati chiusi, ma anche cinema e ristoranti.
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