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Tassa sulla fortuna, lotteria per chi usa bancomat e multe per chi non li accetta: i punti fermi della manovra

La manovra arriva in consiglio dei ministri dopo un cammino tortuoso con l'obiettivo di far quadrare le coperture. Restano ancora alcuni punti su cui trovare l'intesa come l'inasprimento delle pene per i grandi evasori o l'abbassamento della soglia per l'uso del contante, che potrebbe scendere da tremila a mille euro. Ma ci sono misure nuove come la tassa sulla fortuna o altre confermate, come il piano per industria 4.0. 

I principali punti fermi della manovra sono nel decreto fiscale. Le nuove tasse sui giochi sono già previste, quelle sulle sigarette potrebbero arrivare con la legge di bilancio. Sale intanto la 'tassa sulla fortuna': per slot, Gratta&Vinci e vari tipi di enalotto, il prelievo sulle vincite superiori a 500 euro passerà dal 12% al 15%. Ma è il primo di cinque scaglioni che, in media, alzano la quota che spetta allo Stato: la più alta è quella che prevede di 'trattenere' nella casse pubbliche un quarto dei premi da oltre 10 milioni di euro.

Nella guerra all'evasione fiscale spunta una sorta di lotteria. Per incentivare i clienti a chiedere gli scontrini, e i commercianti a emetterli, oltre alla lotteria arrivano i premi a estrazione riservati sia ai consumatori sia ai negozianti, quando i pagamenti avvengono con carte o bancomat. E poi multe da 30 euro (più il 4% del valore della transazione) per i commercianti e i professionisti che non accettino transazioni digitali.

Per quanto riguarda le entrate, viene confermata la web tax dal 2020, ribattezzata 'digital tax', un'imposta del 3% sui ricavi delle multinazionali che offrono servizi o vendono beni on line. Sull'entrata in vigore dei dispositivi anti abbandono per i seggiolini dei bambini, sono previsti contributi o agevolazioni fino a 30 euro "fino ad esaurimento delle risorse disponibili" che sono di 15,1 milioni nel 2019. Nell'ultima bozza è invece saltata la compensazione di eventuali cartelle esattoriali direttamente con i rimborsi delle tasse.

Buona parte delle coperture sarà legata alla flessibilità sul deficit, alla spending rewiew e all'abolizione dei sussidi ad attività dannose per l'ambiente. E poi un contributo dovrà arrivare dalla lotta all'evasione fiscale: la nota di aggiornamento al def mette in conto 7 miliardi, ma al momento le coperture cifrate nella bozza del decreto arrivano a circa 2,7 miliardi, anche se molte misure ancora non sono accompagnate da quantificazioni di gettito. C'è poi l'inatteso tesoretto da 3 miliardi legato al maggior gettito dalle imposte delle partite Iva. Lungo il percorso della
manovra, però, anche il capitolo spese è salito, per finanziare o rendere più incisivi alcuni provvedimenti. Per esempio, la nascita del 'fondo unico per la famiglia' vale 500 milioni, mentre l'investimento nel taglio del cuneo fiscale è passato da 2,7 a 3 miliardi. Senza considerare l'ipotesi di uno stanziamento di 3,2 miliardi, a regime, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

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