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Standing ovation per Carola Rackete all'Ue: "Dove eravate quando chiedevo aiuto?"

«Il caso della Sea Watch ancora una volta ha fatto notare che gli Stati membri non sono disposti ad affrontare i tempi moderni. Non sono disposti a ridistribuire una nave con 53 persone. Come se a bordo ci fosse la peste invece che persone esauste», ha dichiarato Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3 all’audizione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) del Parlamento europeo.

«Con il decreto sicurezza venivo considerata una minaccia all’ordine pubblico. Ho ricevuto una serie di attenzioni solo dopo essere entrata in porto. Dove eravate quando abbiamo chiesto aiuto attraverso tutti i canali diplomatici e ufficiali?. Unica risposta ricevuta era stata quella di Tripoli. Ho dovuto entrare nel porto di Lampedusa non come atto di provocazione, ma per motivi di esigenza», ha aggiunto la comandante.

«Credo che sia stato delineato che le operazioni di ricerca e soccorso rientrano nel diritto internazionale. Non so come l’Italia abbia approvato una legge che non rispetta il diritto internazionale e del mare. Dopo il mio arresto, il magistrato di Agrigento ha dichiarato che io avevo seguito l’obbligo di ricerca e salvataggio e quanto fatto era in conformità del diritto del mare», ha aggiunto la comandante della Sea Watch.

«Nella mia esperienza con Sea Watch abbiamo vissuto delle situazioni alienanti, abbiamo dovuto legare i corpi affinché non affondassero intorno a noi. Ho visto persone lasciate sole in mare o riportate nella Libia da cui erano appena fuggite. Ma nessuna esperienza è stata pesante come Sea Watch 3 con a bordo i migranti per giorni che nessuno voleva. E' stato una vergogna notare questo atteggiamento dall’Europa, la culla dei diritti umani. Nonostante il parere delle persone, tutta una serie di istituzioni ha innalzato un muro. Io sono stata attaccata, mi sono ritrovata da sola», ha dichiarato la comandante della Sea Watch.

L’audizione della capitana di Sea Watch 3, Carola Rackete, davanti alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) del Parlamento europeo, si è conclusa con un lungo applauso degli eurodeputati, molti di cui in piedi.

«Questo applauso finale molto lungo è simbolo del nostro apprezzamento degli sforzi che lei ha svolto. Si è impegnata personalmente in modo incredibile e per questo la ringraziamo», ha commentato il presidente della commissione, Juan Fernando Lopez Aguilar.

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