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Il patto europeo su migranti e ridistribuzione: ecco cosa può cambiare

Nuovo patto europeo sui migranti: l'accordo è stato raggiunto a La Valletta tra Malta, Italia Francia e Germania, con la Finlandia (presidenza di turno dell'Ue) e la Commissione europea.

Si tratta di un progetto pilota caratterizzato da 4 punti: ridistribuzione dei migranti e i tempi necessari per quest'ultima, distribuzione obbligatoria tra i Paesi e rotazione volontaria dei porti di sbarco.

Ecco cosa prevede il nuovo Patto e cosa cambia:

RIDISTRIBUZIONE DI TUTTI I RICHIEDENTI ASILO. È il punto principale dell'intesa che, se attuato, sarà il primo passo concreto per scardinare l'accordo di Dublino, quello che impone ai migranti di fare la domanda di asilo nel paese di primo approdo.

La bozza parla di ridistribuire tutti i richiedenti asilo, formula che non esclude chi parte per motivi economici. In sostanza, tutti i migranti salvati dalle navi delle ong e da quelle militari (l'accordo non vale per gli sbarchi 'autonomi' che avvengono sulle coste italiane e maltesi) verranno ridistribuiti nei paesi europei che hanno dato la disponibilità prima di presentare la domanda d'asilo.

Dunque i migranti non saranno più a carico del paese di sbarco ma andranno in conto allo stato di accoglienza. Sarà quest'ultimo ad esaminare la domanda d'asilo e sarà sempre lui a farsi carico dell'eventuale rimpatrio dei non aventi diritto.

TEMPI RAPIDI PER RIDISTRIBUZIONE. La bozza d'accordo indica in 4 settimane il tempo massimo per attuare il meccanismo di ricollocamento nei paesi dell'Ue che hanno dato la disponibilità all'accoglienza.

DISTRIBUZIONE SU BASE OBBLIGATORIA. Italia, Malta, Francia e Germania hanno anche convenuto che la distribuzione tra gli Stati sarà obbligatoria, con percentuali e quote che verranno stabilite quando si saprà il numero dei paesi che decideranno di partecipare all'accordo.

ROTAZIONE VOLONTARIA DEI PORTI. L'ultimo punto dell'intesa è, di fatto, un compromesso tra le due proposte che si sono 'scontrate' all'ultimo vertice dei ministri dell'Interno ad Helsinki: quella di Italia e Malta in cui si chiedeva una rotazione obbligatoria dei porti di sbarco e quella di Francia e Germania che indicavano come porto di primo approdo quello del paese sicuro più vicino al punto in cui i migranti vengono salvati.

Il patto non è ancora operativo perché non è ancora definito il numero dei Paesi che firmeranno, per il quale bisognerà attendere il vertice dell'8 ottobre tra i ministri dell'Interno dell'Ue in programma a Lussemburgo.

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