Domenica 17 Novembre 2024

L'addio di Renzi al Pd, in Sicilia tra i big solo Faraone lo segue

Davide Faraone

In casa Pd è iniziato il toto-addio. Ma solo su un nome sono tutti disposti a scommettere: Davide Faraone. Dovrebbe essere lui a guidare la pattuglia di renziani che seguirebbero il leader nel nuovo partito. «Ne ho sbagliate tantissime nella mia vita, ma ho sempre fatto ciò che il mio cuore mi diceva di fare. Gioia e determinazione hanno contraddistinto ogni mia azione. Magari, avessi percorso altre strade che sapevo essere meno tortuose, sarei comunque arrivato, avrei faticato meno, ma avrei camminato senza sorriso». Così oggi il senatore Davide Faraone sul suo profilo Fb dove posta una foto che lo ritrae mentre scherza con Matteo Renzi che indossa la maglia della Fiorentina, sulla scelta di lasciare il Pd. «In tanti mi avete espresso dubbi e perplessità, tanti altri, apprezzamenti, ascolto tutti, ma ho fatto una scelta anche questa volta dettata dal cuore e per le mie idee - scrive Farone - Nessun calcolo, nessuna comodità, sto facendo solo quello che sento di fare. Troverò il modo di spiegare più avanti le ragioni politiche della mia scelta con maggiori approfondimenti, sono momenti frenetici, intanto ai miei amici, a chi mi vuole bene, a chi sa quanto odi ipocrisie e falsità, basta sapere che così sono felice». Su tutti gli altri renziani fioccanno i punti interrogativi. In particolare sugli uomini che nell'ultimo anno si sono avvicinati a Guerini. Il ministro della Difesa resterà nel Pd e in Sicilia contano su di lui big del calibro di Luca Sammartino. Il recordman di voti nulla ha fatto trapelare ma i maggiorenti del Pd nelle loro tabelle riservate lo inseriscono fra chi resterà. E ciò malgrado proprio il deputato etneo sia stato sempre critico verso la svolta a sinistra del Pd zingarettiano. Ha fatto più notizia nel Pd siciliano il post con cui Carmelo Miceli, deputato nazionale ed ex segretario palermitano, ha annunciato su Facebook che non lascerà il partito per seguire Renzi: «Faccio appello all'unità e a non fare scelte incomprensibili per la nostra comunità. Il Partito Democratico è una casa plurale, la nostra casa, la mia casa». Qualche punto interrogativo c'è su Daniela Cardinale, la figlia dell'ex ministro, che già da mesi è in rotta col Pd. E proprio il partito a cui Cardinale ha dato vita nell'Isola, Sicilia Futura, dovrà valutare lo schieramento: anche se all'Ars si sta riavvicinando al Pd di Zingaretti. Proprio all'Ars la partita sembra un po' più confusa. Sulla carta i renziani sono tanti, anche se da mesi è in corso un riposizionamento: così dunque è improbabile che l'addio al Pd possa riguardare Baldo Gucciardi, Nello Dipasquale e Michele Catanzaro che hanno creato una corrente autonoma nel Pd siciliano e hanno votato Zingaretti alle primarie. Fra i big siciliani eletti a Roma è da escludere che Fausto Raciti possa seguire Renzi anche se in Sicilia all'ultimo congresso il leader isolano dell'area Orfini aveva sposato la linea dell'ex premier. Allo stesso modo è fuori discussione che possano seguire Renzi fuori dal Pd aree che pure sono molto critiche verso la gestione del partito, a cominciare dai Partigiani di Antonio Rubino. Molto dipenderà, sussurrano i più navigati del Pd, dal peso elettorale che il nuovo partito di Renzi dimostrerà di poter avere. In pratica, se i sondaggi individueranno spazi utili nelle liste allora l'esodo sarà più numeroso, altrimenti le previsioni indicano che almeno in Sicilia non sarà un terremoto. E ciò perché nell'Isola c'è uno sbarramento molto alto per entrare all'Ars, il 5%, che scoraggia proprio i nuovi partiti. È invece prevedibile che l'addio dei renziani, in particolare di Faraone che era già autosospeso, renda più facile l'elezione del nuovo segretario regionale. Dopo l'annullamento della elezione dello stesso Faraone è in corso una difficilissima trattativa fra le correnti. Resa ancora più difficile proprio dall'ostruzionismo dei renziani, pronti a un ricorso in tribunale contro il siluramento di Faraone che allungherebbe di molto i tempi.  

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