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M5s e Pd, segnali di intesa: incontro Zingaretti-Di Maio, ipotesi Conte bis

Luigi Di Maio

L’accordo tra Pd e M5S e il tema del Conte bis: sul tavolo del faccia a faccia tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, secondo fonti qualificate di entrambi gli schieramenti, ci sarebbe il mantenimento di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Una linea, questa, su cui Di Maio in queste ore sta puntando con decisione.

In giornata l'accordo tra le due forze politiche era andato avanti, forse piano, ma avanti. Dal primo confronto l'accordo per un nuovo governo sostenuto da M5s e Pd sembra possibile, anche se le difficoltà non mancano ma "non c'è niente di insormontabile". Nella sala Siani a Montecitorio si è chiuso il tavolo di confronto tra le due delegazioni. Il vero nodo da sciogliere affinchè la trattativa vada avanti è il taglio dei parlamentari. Un punto sul quale i dem hanno mostrato apertura.

Insomma, a dispetto delle previsioni pessimistiche dei detrattori e degli ostacoli che si frappongono al dialogo tra M5s e Pd, sembra partire senza intoppi la trattativa tra le due forze politiche per arrivare ad un’intesa che porti alla formazione di un nuovo governo. Il Pd ha posto la sua prima condizione: «Abbiamo chiesto al M5S che questa interlocuzione sia l’unica come condizione per affrontare gli ulteriori punti» mette in chiaro Orlando ricevendo le prime indirette rassicurazioni che fino a ieri non erano state esplicitate in modo diretto dal Movimento.

"Non abbiamo tavoli con altre forze politiche. Questo è il tavolo principale", chiarisce il capogruppo M5s alla Camera, Francesco D’Uva e il senatore Andrea Marcucci, anche lui al tavolo come capogruppo dem, commenta soddisfatto: "E' molto positivo che il M5s tenga aperto un solo forno". Ora però i dem chiedono che la decisione venga formalizzata «in modo chiaro al capo dello Stato».  Da parte dei 5 Stelle le condizioni erano già state messe sul piatto: si discute a partire dal nodo del taglio dei parlamentari.

"Abbiamo chiesto garanzie su questo" mettono in chiaro i pentastellati. E "noi siamo disponibili a un calendario rapido" su questa legge ha rassicurato il capogruppo dem alla, Graziano Delrio, subito dopo la riunione dei vertici che si è tenuta al Nazareno dove la delegazione Pd ha riferito a Nicola Zingaretti e al presidente Paolo Gentiloni l’esito del tavolo. Per il momento fonti 5 Stelle escludono contatti tra i leader dei due partiti nel week end ma il Pd ha già convocato i suoi domenica pomeriggio per lavorare ai tavoli tematici per scrivere "il programma del Governo di svolta".

Nella squadra dei 5 Stelle i veleni continuano: torna in campo Alessandro Di Battista chiedendo di alzare il tiro della trattativa: non solo il taglio dei parlamentari ma anche il taglio delle concessioni autostradali ai Benetton. Parole apprezzate dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano: «Di Battista dice di alzare la posta? L’ho detto anche io. È chiaro che in questa fase siamo noi che dettiamo l’agenda necessariamente: i numeri in parlamento parlano chiaro».

Anche Luigi Di Maio sembra essere d’accordo: «Con Alessandro ci sentiamo sempre. È chiaro che il concetto espresso da lui non solo è legittimo ma sano in una democrazia». Di Battista sembra sempre più vicino ad entrare nella rosa dei candidati che potrebbero far parte del nuovo governo che i 5 Stelle vorrebbero presieduto dal premier uscente Giuseppe Conte.

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