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Consultazioni, le condizioni di Zingaretti agitano i 5 Stelle e spaccano il Pd

Matteo Renzi e Nicola Zingaretti

Sono ore calde al Quirinale con Mattarella che ha accolto la richiesta dei partiti di avere più tempo di trovare un'intesa. Ma la situazione è complicata: da un alto il segretario del Pd Nicola Zingaretti  ha posto tre condizioni per l'accordo con il M5S: via i decreti sicurezza, preaccordo su manovra e stop a taglio parlamentari. Dall'altro Di Maio ha indicato 1o priorità, su tutte il taglio dei parlamentari, cosa che allontanerebbe i due partiti.

"Le tre condizioni poste da Zingaretti sono la traduzione dei 5 punti compresi nell'Ordine del giorno votato all'unanimità, per acclamazione, dalla Direzione del Pd", affermano fonti Pd. Una situazione esplosiva con i renziani che parlano di "sconcerto" e si aspettano "smentite" ricordando che è stata data "piena fiducia e pieno sostegno al segretario".

Ma passi indietro non ne arrivano, chiarimenti sì ed ecco che l'ex ministro Andrea Orlando, parlando con i giornalisti davanti al Nazareno, dice: "Il passo indietro sui decreti sicurezza è imprescindibile per un accordo con il M5S? "Sicuramente sì, quello è un cambio radicale di politica su questi temi".

E sul taglio dei parlamentari tanto caro ai 5 Stelle afferma: "Non abbiamo detto di non andare avanti col taglio dei parlamentari, abbiamo detto che va fatto con un quadro di bilanciamento, a partire anche dall'aggiustamento della legge elettorale".

La più dura sul fronte renziano è Anna Ascani. "Se di fronte al rischio della destra così come ancora si presenta, con Salvini e Meloni in primissima linea, qualcuno nel Pd pensa di far saltare il banco di un possibile governo, istituzionale o di legislatura, sul taglio dei parlamentari, se ne assumerà la responsabilità di fronte al Paese e all’Europa - dichiara all'Ansa -. Le condizioni sono quelle poste in direzione, altre condizioni rischiano di essere fuori luogo in questo momento".

E le parole di Zingaretti inquietano anche il M5S . "Zingaretti si comporta come Giuda", commenta una fonte qualificata, tra i principali detrattori, nel M5s, alla nascita del governo con il Pd. "Per noi l’alleanza con il Pd non si può fare e comunque non si può fare a queste condizioni", si scandisce. "Andiamo a votare così vediamo i geni leghisti in opera. Alla prova del governo vediamo come cambiano rispetto agli annunci". A questo punto ci sarebbe una grossa parte del M5s pronta ad andare al voto e, di conseguenza, a far saltare qualsiasi tipo di trattativa con il Pd.

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