Un governo "istituzionale" e di "garanzia elettorale". Lo propone il senatore ed ex leader del Pd Matteo Renzi, ma l’attuale segretario Nicola Zingaretti chiude subito questa prospettiva. "Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle per tre motivi. La priorità è evitare l'aumento dell’Iva", dice Renzi in un’intervista al Corriere della Sera. Il secondo motivo? "Salvini deve lasciare il Viminale, Conte deve lasciare palazzo Chigi. I due saranno i leader di Lega e Cinque Stelle alle elezioni? Auguri - spiega l’ex premier -. Ma, sfiduciati, non possono essere loro i garanti elettorali. Facciano la campagna, ma lascino gli uffici pubblici: si trovino un altro modo per pagare i loro mastodontici staff. Si voti con un governo di garanzia elettorale, non con questo". Il MoVimento 5 Stelle prima vuole votare il taglio dei parlamentari. "E questo è il terzo punto - spiega il senatore dem -. I 5 Stelle hanno scommesso molto su questa riforma. A me non piace. Ma devo ammettere che hanno ragione loro quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere". Infine, sulla situazione del Pd, afferma: "Nell’ultima settimana sono stato attaccato più volte dai membri della segreteria. Leggo che il gruppo dirigente vorrebbe votare subito perchè almeno si cambiano i parlamentari renziani: sono pronti a dare cinque anni di governo a Salvini pur di prendersi i gruppi parlamentari d’opposizione. Nobile motivazione, per carità, ma riduttiva. Stanno ancora una volta attaccando il Matteo sbagliato. Zingaretti dice: Renzi ci dia una mano. Accolgo volentieri l’appello, ma per me la mano va data al Paese più che alla Ditta". "Con franchezza dico no", replica il segretario del Pd Nicola Zingaretti. "Tutto il Partito Democratico in questi lunghi mesi ha escluso con toni diversi qualsiasi ipotesi di accordo con il Movimento 5 stelle - scrive il presidente della Regione Lazio -. Io sono stato accusato ingiustamente, per mesi, di essere il fautore di questo progetto nascosto. Ricordo, non per polemica ma per ricostruzione storica, il rifiuto assoluto anche solo di voler discutere di questo tema. In molti casi si è arrivati a teorizzare che in realtà con Lega e 5 stelle ci si trovasse di fronte a due destre, due facce della stessa medaglia entrambe pericolose e illiberali da sconfiggere. Ho combattuto con tutte le mie forze questa analisi che però ha sicuramente contribuito a ridurre i margini di manovra della nostra iniziativa politica".