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Il caso Sea Watch avvicina Salvini e Di Maio, Pd contro il M5S: “Hanno perso l’anima, complici della Lega”

Il momento dell'arresto del capitano Carola Rackete

La vicenda della Sea Watch avvicina Lega e M5s, in una fase di tensioni su altri dossier. Lo stato maggiore pentastelalto ha infatti sposato la linea del Ministro dell’Interno, mentre il Pd e tutto il centrosinistra si compattano per criticare Salvini e il governo, accusati di voler usare la vicenda per sola propaganda senza tuttavia avere una politica sull'immigrazione. Intanto, i deputati del centrosinistra presenti sulla nave nelle ultime 48 ore si sono detti pronti a testimoniare al processo contro la comandante Carola Rackete.

Il ministro Salvini, che ha fatto sapere di voler inasprire le sanzioni contro le navi delle Ong previste dal decreto sicurezza, ha nuovamente attaccato i deputati presenti sulla Sea Watch. «Alcuni parlamentari di sinistra anziché stare con le Forze dell’Ordine e con l’Italia hanno scelto di schierarsi con una ong tedesca che ha schiacciato una motovedetta delle Gdf».

Critica condivisa anche da Fdi, che con Giorgia Meloni ha chiesto le loro dimissioni. A lei ha replicato Nicola Fratoianni. «Gioca a fare la nazionalista solo quando si tratta di migranti». Il Dem Ivan Scalfarotto ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di stigmatizzare le parole di Salvini che venerdì aveva chiesto l’arresto dei parlamentari d’opposizione. Il Pd, dopo il quasi scontro tra Sea Watch e la motovedetta della Gdf, ha espresso solidarietà alle Fiamme Gialle con l’ex ministro Roberta Pinotti e il segretario Nicola Zingaretti.

Questi ha però attaccato il ministro dell’Interno: tutta la vicenda è stato un suo «show» costruito ad arte per propaganda, "mentre gli sbarchi continuano ogni giorno" e il governo non ha una politica sull'immigrazione, dato che Salvini ha finora disertato gli incontri con i suoi omologhi europei. La vicenda Sea Watch chiude a questo punto il sipario sul dialogo tra Pd e M5s, di cui si è parlato negli ultimi giorni. Tutto il Movimento, da Luigi Di Maio a Danilo Toninelli ai ministri Sergio Costa e Elisabetta Trenta hanno sposato la linea dura del ministro dell’Interno.

Zingaretti ha quindi auspicato che tutto il centrosinistra si impegni a costruire «una alternativa» a Salvini e Di Maio e a «mandarli a casa». «Il silenzio di vertici di M5s è complicità. Ostaggi dei loro giochi di potere, hanno perso l’anima», ha invece detto l’ex segretario Dem Maurizio Martina. Intanto, Riccardo Magi (+Europa) ha annunciato che i deputati presenti sulla Sea Watch sono pronti a deporre come testimoni a favore nel processo alla "Capitana" Carola.

Nella sua notte più dura, il capitano Carola Rackete affronta da donna di mare chi in divisa il mare lo solca ogni giorno e arriva il primo gesto distensivo dopo oltre due settimane di tensione attorno alla Sea Watch3. La giovane capitana chiede scusa ai finanzieri per avere quasi provocato un incidente ai danni della loro motovedetta con una manovra di cui ora riconosce la pericolosità, finalizzata a portare a terra i 40 migranti sbarcati nel porto di Lampedusa alle sei di questa mattina solo dopo avere abbracciato uno a uno i volontari dell’imbarcazione. Un’ammissione che non può alleggerire la sua posizione processuale dopo l’arresto con le accuse di resistenza o violenza contro nave da guerra perchè non è stata pronunciata durante un interrogatorio, ma in un contesto "informale".

Dai vertici della Guardia di Finanza arriva comunque l’apprezzamento per le scuse, in attesa che un giudice valuti se convalidare o meno i domiciliari su richiesta dei pm attesa nelle prossime ore. L’interrogatorio dovrebbe svolgersi tra lunedì e martedì dopo che la donna verrà trasferita da Lampedusa ad Agrigento.

Voglio esprimere un pensiero su quanto è avvenuto in questi giorni a Lampedusa e lo faccio dicendo che per me il comportamento di questa donna che si è trovata al comando della Sea Watch è da condannare!on potrò ma giustificare chi viola i confini del nostro paese, decidendo di ignorarne la sovranità in nome della presunzione di salvare vite umane e/o della ipotetica violazione di diritti umani - dice il deputato del Movimento Cinque Stelle Giorgio Trizzino -.  A questo aggiungasi il tentativo di speronarne una motovedetta della nostra Guardia Costiera. È vero che il diritto internazionale impone l’obbligo di prestare soccorso a chi si trova in pericolo in mare, ma non era il caso dei quaranta immigrati che tentavano di raggiungere l’Italia sulla Sea Watch.  E questo lo ha affermato senza ombra di smentita anche la Corte Europea per i diritti dell’uomo, respingendo il ricorso della capitana che chiedeva di sbarcare i migranti a Lampedusa. La Corte ha infatti rilevato che i migranti non erano in pericolo di vita ne che vi fossero rischi irreparabili alla salvaguardia dei diritti umani. Lo ha detto la Corte che ha imposto all’Italia soltanto di fornire assistenza e nulla di più! Quindi queste passerelle strumentali dei deputati del Pd si sarebbero ancora una volta potute evitare e soprattutto per alcuni di loro, che non si vedono mai in commissione e raramente in aula, sarebbe stato più produttivo adoperarsi per mostrare all’Europa che l’Italia parla una sola lingua".

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