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Sea Watch: archiviazione per Salvini, Conte, Di Maio e Toninelli

«Non fu sequestro ma semplicemente richiesta di ordine e regole? Bene! Prendo atto della decisione del Tribunale per i reati ministeriali di Catania, che ha archiviato il caso della Sea Watch del gennaio scorso. Processi e indagini non mi fanno paura, ma sono felice che anche la magistratura confermi che si possono chiudere i porti alle navi pirata. Continuerò a difendere i confini». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Il tribunale dei ministro di Catania, accogliendo la richiesta delle procura distrettuale, ha archiviato le posizioni del premier Giuseppe Conte, dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, su caso della SeaWatch del gennaio scorso. La nave della ong straniera "è entrata in Italia in maniera unilaterale e senza le necessarie autorizzazioni della Guardia Costiera".

Intanto Salvini ha scritto al premier Conte per ribadire la politica dei "porti chiusi" e per chiedere che sia l'Olanda a farsi carico della Sea Watch, da 9 giorni ferma in acque internazionali a 15 miglia da Lampedusa. È necessaria, dice Salvini, una "nuova energica iniziativa di sensibilizzazione" nei confronti dei Paesi Bassi, visto che la nave batte bandiera olandese.

La lettera di Salvini - "A fronte della presenza della nave Sea Watch 3 al largo delle nostre coste e della possibile evoluzione della situazione a bordo - scrive Salvini nella lettera inviata per conoscenza anche al titolare della Farnesina Enzo Moavero - ritengo necessario che la perdurante efficacia del provvedimento di divieto di ingresso, transito e sosta della nave nel mare territoriale nazionale sia accompagnata da un'energica nuova iniziativa di sensibilizzazione nei confronti dell'autorità dei Paesi Bassi, quale stato di bandiera".

Quanto a Sea Watch, nella lettera Salvini ribadisce che la Ong ha tenuto fin dall'inizio della vicenda una "condotta la cui gravità è resa palese dalla ferrea volontà" di far rotta verso l'Italia dopo aver rifiutato "il Pos (place of safety, porto sicuro, ndr) offerto dalle competenti autorità libiche" ma anche dal fatto di esser rimasta ferma davanti a Lampedusa sette giorni "pur avendo richiesto sin dall'inizio un porto di sbarco anche al proprio paese di bandiera che avrebbe potuto raggiungere con una navigazione di durati inferiore". Per questo, aggiunge ancora Salvini, "non appare potersi legittimamente consentire ad alcuno di decidere autonomamente, al di fuori dell'esistente quadro giuridico, dove e come condurre cittadini di paesi terzi".

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