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Reddito di cittadinanza, alla camera l'interrogazione di Varchi (Fdi) a Di Maio

Carolina Varchi, Fratelli d'Italia

Nel corso del question time alla Camera dei Deputati è stata trattata l’interrogazione sottoscritta anche dalla deputata nazionale di Fratelli d’Italia rivolta al ministro del Lavoro Luigi Di Maio sul reddito di cittadinanza.

“Sono stati richiesti chiarimenti - spiega Carolina Varchi - sui meccanismi di controllo attivati dal governo in merito alla platea dei legittimi beneficiari del reddito di cittadinanza. In particolare per evitare l'erogazione del reddito a soggetti non titolati a riceverlo e per verificare che i richiedenti non mettano in atto comportamenti fraudolenti per eludere la normativa. Il reddito di cittadinanza - sottolinea Carolina Varchi - doveva servire ad aiutare tutti gli italiani in povertà assoluta, ma c'è il rischio che questi fondi vadano a finire nelle tasche dei cittadini che già lavoravano in nero e che scelgono di lavorare in nero per non pagare le tasse e incassare il reddito di cittadinanza con una doppia beffa per lo Stato e per coloro che realmente ne avrebbero bisogno e diritto. Sembra che numerosi lavoratori stiano infatti rinunciando al proprio impiego per continuare a svolgerlo in nero e accedere al reddito di cittadinanza. Le risorse messe a disposizione dal governo – osserva Varchi - ammontano a 9 miliardi e mezzo di euro, ma la platea potenziale è di circa 6 milioni di persone, così che a percepire il reddito per intero saranno soltanto pochi soggetti mentre agli altri andranno pochi spiccioli che non risolveranno il problema della povertà”.

La risposta del ministro Luigi Di Maio: “Chi si licenzia per accedere al reddito di cittadinanza non può accedere alla misura. Quindi chi si licenzia per lavorare in nero non potrà accedere al programma. E’ una delle norme di controllo e di verifica che abbiamo inserito nel provvedimento, come quello del cambio di residenza che non è possibile fare a pochi mesi dalla richiesta del reddito proprio per evitare abusi. Il 75% delle domande presentate è stato accolto. Sarà impossibile svolgere lavoro irregolare, escludo che ci siano casi di persone che abbiano rinunciato al lavoro regolare per farlo in nero solo per prendere il reddito, in quanto in caso di dimissioni non avrebbero proprio diritto come previsto dalla norma. Abbiamo previsto l’assunzione di 930 unità in tre anni all'ispettorato nazionale del lavoro, si aggiungeranno 100 assunzioni per potenziare l'attività di controllo e monitoraggio e l'assunzione di 65 carabinieri che avranno il compito di contrastare il lavoro irregolare. Un altro segnale importante è l'incremento della sanzione amministrativa prevista nel 20% per i datori di lavoro che impiegano in nero un beneficiario del reddito di cittadinanza”.

"Fratelli d'Italia prende atto che il ministro Di Maio non ha risposto al nostro question time e che nessuno strumento di controllo è stato posto in essere ed attuato dal governo prima dell'erogazione del reddito di cittadinanza", ha replicato al ministro Di Maio Carolina Varchi. "D'altronde - ha aggiunto Carolina Varchi - il governo aveva l'urgenza di arrivare alle elezioni europee patrimonializzando al massimo il bottino di un reddito di cittadinanza che va a premiare anche corrotti, pedofili e condannati per violenza sessuale e per lo sfruttamento di minori per l'accattonaggio. Ed è uno spettacolo pagliaccesco quello che viene messo in scena dal governo con la complicità di un gruppo parlamentare - ha proseguito il deputato di Fratelli d’Italia - che forse non ricorda di avere bocciato solo qualche settimana fa le proposte di Fratelli d'Italia su famiglia e giovani coppie e oggi parla di welfare per i giovani e le famiglie. Gli italiani non dimenticheranno chi come il M5S è salito su un balcone dicendo di aver abolito la povertà ma che in realtà ha immesso soltanto del metadone di Stato che sta drogando la nostra economia e il nostro tessuto sociale. In spregio a tanti giovani – ha concluso - che chiedono di poter fare impresa, di avere incentivi, di poter avere un lavoro. Perché soltanto il lavoro dà la libertà e la dignità che nessuna forma di assistenzialismo di Stato potrà mai dare".

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