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Decretone, sì del Senato e il testo passa alla Camera. Di Maio: "Molto soddisfatto"

Il vicepremier Luigi Di Maio dopo il via libera del Senato al decretone

Via libera del Senato al Decretone su reddito di cittadinanza e pensioni con 149 sì, 110 no e 4 astenuti. Il provvedimento passa alla Camera.

«Molto, molto soddisfatto». Così il vicepremier Luigi Di Maio commenta il via libera del Senato al decretone lasciando l’aula di Palazzo Madama.

Durante la discussione è scoppiata la bagarre nell’Aula del Senato nel corso dell’intervento di Paola Taverna (M5S). Taverna, vicepresidente del Senato, ha più volte attaccato il Partito democratico, a partire dall’«elemosina» degli 80 euro, difendendo invece a spada tratta il reddito di cittadinanza.

Il Pd non è rimasto in silenzio, alzando la voce e costringendo anche la presidente Elisabetta Casellati ad intervenire per richiamare tutti all’ordine.

«Si limiti a fare una dichiarazione di voto tranquilla», ha esortato Casellati rivolgendosi alla senatrice pentastellata. «È quello che sto facendo, se l'atteggiamento disordinato del Pd me lo permettesse», ha replicato la vicepresidente.

«Con questo decreto certificate di aver mentito agli elettori. Avevate promesso il reddito di cittadinanza che noi avevamo valutato 63 miliardi e Di Maio aveva stimato in campagna elettorale 20 miliardi e adesso ce ne sono 4. Non avete abolito la Fornero, non avete fatto quota 41, avete fatto quota 100 e messo i giovani in difficoltà. Questo decreto segna la fine dell’innocenza del governo rispetto alla campagna elettorale», ha attaccato Matteo Renzi intervenendo in Aula al Senato. «Questo decreto - ha insistito - segna un clamoroso atto di masochismo di fronte alla crisi economica che stiamo per vivere, mancano all’appello 40 miliardi di euro e manca all’appello in quest’Aula anche il ministro dell’Economia ma ne capisco l'imbarazzo».

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