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Manovra, Conte: "La fiducia è ultima ratio, evitare l'infrazione interessa anche all'Ue"

Il Premier Giuseppe Conte durante il G20 a Buenos Aires

«La fiducia è l’ultima ratio. Mi hanno informato che stanno lavorando alacremente a concordare gli ultimi emendamenti. La fiducia si sceglie quando necessaria e se è necessaria». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Buenos Aires parlando della manovra dopo il bilaterale avuto con il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, a margine del G20.

Con Juncker «non abbiamo parlato di numeri finali», si è trattato di un incontro «molto costruttivo, stiamo valutando vari scenari. L'obiettivo è evitare la procedura di infrazione, si tratta di un interesse dell’Italia ma anche dell’Europa».

Rispondendo ad una domanda se si sia arrivati ad un punto di incontro con l’Ue, Conte ha poi precisato che: «il punto di incontro concreto c'è, nella misura in cui io sono il garante dei cittadini, del patto politico e sociale», che prevede «l'attuazione di riforme che servono ad assicurare crescita e coesione sociale e garantire equità. Detto questo credo che bisogna lavorare su tutto il resto».

«Chiarito che non rinunciamo alla prospettiva delle riforme, e dall’altra parte anche l’Ue è entrata nell’ottica che c'è una prospettiva riformatrice da realizzare», la trattativa va nella stessa direzione.  Il presidente ha poi sottolineato che nell’incontro con Juncker non «si è parlato di Pil», alla luce dei nuovi dati  Istat. Gli interlocutori europei - ha assicurato - «condividono però del tutto la prospettiva italiana di assecondare una crescita che non c'è stata e una politica sociale efficiente».

«Ogni volta che ci si siede ad un tavolo negoziale e, alla fine, ci si dà la mano e ci si guarda negli occhi, si è fatto un passo avanti», ha poi concluso il premier.

Intanto Confindustria lancia l'allarme recessione per l'Italia: «Con il pil in calo e l’economia in frenata, il rischio c'è, perché il rallentamento globale dell’economia, la frenata della Germania insieme ai dati dell’Italia ci obbligherebbe a mettere a punto una manovra economica non solo espansiva ma anche finalizzata alla crescita», risponde il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia intervistato dal Giornale Radio Rai, secondo quanto
riporta una nota della trasmissione.

«Una cosa è una manovra espansiva e un’altra una legge di bilancio orientata alla crescita. Non c'è equilibrio tra la parte espansiva - che riguarda tre grandi categorie: la flat tax per gli autonomi, la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza, - e le ragioni della crescita», osserva Boccia, che ribadisce: «Questa legge di bilancio sul fronte crescita è molto debole, addirittura su molti aspetti la depotenzia. Quando si depotenziano strumenti come industria 4.0, quando si dimezzano le dotazioni di ricerca e sviluppo e si chiudono i cantieri pubblici anziché aprirli secondo la logica delle infrastrutture e degli investimenti pubblici, abbiamo difficoltà a capire come questa manovra possa avere un impatto sull'economia reale».

«L'aumento dei contratti stabili rispetto a quelli a termine messo in evidenza dall’Istat non dipende dal decreto dignità. L'unica cosa che questo provvedimento può comportare - prosegue Boccia - è l’aumento del turn over perché dopo un anno si avviano le cosiddette causali e le imprese per evitare le conflittualità alla fine del primo anno cambiano il personale. Il decreto dignità è a risorse zero. Se si vuole aprire una stagione d’inclusione nel mondo del lavoro ci vorrebbe più coerenza. Per esempio un piano di inclusione giovani nel mondo del lavoro che preveda la riduzione di tasse e contributi per chi assume».

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