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Mobilità e stagisti alla Regione: si infiamma lo scontro, ma prove di dialogo sul contratto

L'assessore alle Autonomie locali, Bernadette Grasso

Dopo le proteste l’assessore alla Funzione Pubblica, Bernadette Grasso, annuncia che la Regione non farà marcia indietro. La mobilità dei dipendenti è confermata, come si legge in un articolo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola. «Ci saranno le progressioni verticali e la riqualificazione del personale”. Ma nessun ripensamento sui 400 stagisti. “Non accettiamo critiche strumentali sul progetto di reclutamento», commenta.

I sindacati si oppongono ai trasferimenti di 68 dipendenti dai Beni culturali alle dighe. E hanno contestato anche l’utilità dei 400 laureati che la Regione arruolerà per 18 mesi con un bando che l’assessore Roberto Lagalla concorderà giovedì con i rettori delle tre università.

Sul caso stagisti, adesso anche la Cgil Sicilia e la Fp Cgil siciliane alzano la voce. E chiedono la revoca del bando che prevede l'assunzione per 18 mesi negli uffici della Regione di 400 tirocinanti retribuiti. "E' impensabile - scrivono in una nota Mimma Argurio (Cgil) e Clara Crocè (Fp) - che si crei un altro bacino di precariato all'interno della Regione Siciliana ancorché mascherato come tirocinio formativo, quando già esistono centinaia di precari e mentre tutte le altre regioni d'Italia hanno aperto ai concorsi nella pubblica amministrazione".

Cgil e Fp chiedono di "dare corso all'immediata stabilizzazione dei quasi 600 precari della Regione Sicilia, di procedere alla ricollocazione del personale in A e B e alla valorizzazione delle figure professionali in attesa da oltre 10 anni. Richiesto di aprire inoltre ai concorsi esterni in base ai profili professionali assenti nell'organico della Regione secondo il piano del fabbisogno triennale, come previsto dal decreto Madia".

Muro contro muro, anche se sul contratto dei regionali Bernadette Grasso prova a riallacciare un dialogo sia con i confederali che con gli autonomi: «Sulle progressioni verticali stiamo lavorando - dice - il problema è capire quanti soldi possiamo mettere per finanziarle. Visto che una norma nazionale ci impedisce di utilizzare tutti i risparmi frutto dei prepensionamenti. Quindi non possiamo immaginare che tutti i 5 mila dipendenti delle fasce basse saliranno i gradini dell’amministrazione ma posso assicurare che valorizzeremo il merito del nostro personale».

 

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