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Stage per 400 laureati alla Regione, sindacati sul piede di guerra: "Siamo pronti ad una lotta senza precedenti"

Roberto Lagalla

Appena annunciato, il piano con cui la Regione punta a reclutare fra i 300 e i 400 laureati per stage retribuiti negli assessorati scatena già una guerra sindacale. Le sigle autonome e l'Ugl sono pronte alle barricate perchè temono che così venga intralciata la trattativa per il rinnovo del contratto.

La Regione sta provando ad aggirare il blocco delle assunzioni arruolando un esercito di stagisti con un bando che dovrebbe essere pubblicato entro fine ottobre. Il resto del personale destinato a coprire i vuoti d’organico dovrebbe arrivare, sempre dall’esterno, tramite il Formez. E poi verranno trasferiti negli assessorati anche 100/150 dipendenti delle partecipate.

Gli stagisti lavoreranno grazie a borse di studio finanziate per 18 mesi della Regione. I dettagli del piano verranno concordati dall'assessore all'Istruzione, Roberto Lagalla, con i tre rettori in un incontro già fissato per giovedì. Gli stagisti guadagneranno fra i 12 e i 20 mila euro annui.

Ma i sindacati autonomi si mettono di traverso: Cobas, Sadirs, Siad e Ugl hanno chiesto un incontro urgente al governo “per evitare il riacutizzarsi di una lotta sindacale a 360 gradi, forse senza precedenti”. Gli stagisti, è la critica dei sindacati, “che faranno il loro ingresso per 18 mesi e che certamente saranno prorogati più volte per un copione ben conosciuto”.

I sindacati autonomi attaccano: “Il governo regionale sta svelando le sue reali intenzioni in merito ai rinnovi contrattuali, vanificando gran parte delle rivendicazioni sindacali nate dalla necessità di ammodernare la macchina amministrativa. L’esecutivo sta mostrando il suo vero volto: nessuna riclassificazione né riqualificazione, niente più anticipi Famp, rinnovo dei contratti economici in coda alle trattative nonostante anche a livello statale gli aumenti siano stati erogati da oltre un anno, nessuna progressione verticale”.

Tutto questo, secondo gli autonomi, è “inaccettabile e provocatorio. Senza la previsione di questi istituti contrattuali tutto viene rimesso in discussione anche la stessa funzione dell’Aran che ha iniziato delle trattative parziali per le quali non saremmo più disponibili”.

Pronta ad alzare le barricate anche la Uil Fpl: “Le professionalità interne non sono adeguatamente valorizzate. E attraverso il reclutamento dall’esterno si potrebbe ipotizzare un nuovo metodo per effettuare chiamate dirette (seppur attraverso stages) nel pubblico impiego. La politica palesa una propria esigenza, creare nuovo modello di precariato all’interno della macchina amministrativa regionale. La storia si ripete - hanno detto Enzo Tango e Luca Crimi -. Noi riteniamo che occorrerebbe tornare ad investire nella formazione e in risorse che consentano un complessivo miglioramento della professionalità di tutti i dipendenti e dei dirigenti pubblici. Bisogna puntare su riclassificazione e riqualificazione”.

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