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La scossa di Zingaretti: "Rifondiamo il Pd, nessuna alleanza con M5s"

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti prova a dare una scossa al Pd e in vista del congresso nel quale si candiderà a segretario si guadagna l'ovazione della platea di AreaDem, la potente corrente di Dario Franceschini e Piero Fassino. Se non è un endorsement poco ci manca. "Possiamo farcela se cambiamo, ne sono convinto", scandisce il governatore del Lazio a Cortona (Arezzo), spingendo a rifondare il partito e facendo appello agli italiani affinché partecipino al cammino.

Le alleanze sono necessarie, "non é vero che tutto ciò che non é Pd è nemico del Pd - afferma Zingaretti -. Alleato é una bellissima parola". Ma niente accordi con M5S. "Li ho battuti due volte", ricorda. Punta a riconquistarne gli elettori. Senza cambiare nome al Pd. "Queste sono caricature", liquida il tema.

Nella Toscana etrusca i dem convocati dall'ex ministro della Cultura Franceschini si sono ritrovati per tre giorni a parlare e a fare autocritica per tentare di ripartire, per non sparire come quella civiltà misteriosa. "Ossigeno" é il dibattito secondo Franceschini, che a fine intervento abbraccia Zingaretti. "Ce la possiamo fare", gli dice dal palco. Il pranzo di ieri con il segretario Maurizio Martina è un altro segnale. "Non torniamo a quel fastidiosissimo senso di superiorità morale, che dà fastidio a pelle, é uno dei mali della sinistra", implora Franceschini. E basta con l'Aventino, come spettatori e gufi. "Sono finiti i popcorn, non si possono mangiare più - avverte -. Avremmo potuto fare molto per evitare l'alleanza populista, invece abbiamo gettato il M5S in braccio a Salvini".

L'obiettivo è inserirsi nelle contraddizioni tra cinquestelle e Lega. "Dobbiamo combattere, altro che subalternità - incalza Zingaretti -. E' subalterno chi nella battaglia interna usa gli stessi strumenti che critichiamo nei cinquestelle". Gli accenni critici al renzismo abbondano, ma nessuno nomina il Rottamatore.

Il presidente del Lazio promette "crescita ed equità per riconquistare il nostro popolo" e che punterà sui giovani. Anche sul web: "Voglio un partito che nella Rete sia il migliore". Ma niente alleanze con M5S, in risposta ai timori dell'ex ministro Carlo Calenda, iscritto post 4 marzo al Pd. "Voglio parlare con chi ci ha abbandonato", precisa Zingaretti. L'appuntamento per lui sarà il 13 e il 14 a Roma per la convention che lancerà la sua candidatura alla guida del Pd. Per il partito tutto, sempre nella capitale, la prova della piazza il 29 contro il governo.

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