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Salvini subito in Sicilia da ministro: "È la nostra frontiera, accordi con i Paesi da dove partono i migranti"

Matteo Salvini

All'indomani dell'insediamento del nuovo governo, Matteo Salvini sceglie la Sicilia come sua prima tappa da neo-ministro dell'Interno e vicepremier. «Domani vado in Sicilia, è la nostra frontiera», ha detto oggi ai giornalisti arrivando alla parata per la festa della Repubblica.

L'Isola sarà un importante test per il governo M5s-Lega: le elezioni comunali che si terranno domenica 10 giugno permetteranno di misurare il gradimento degli elettori sul nuovo esecutivo. Lo sa bene il leader della Lega, che  infatti domani, 3 giugno, ha scelto di venire di persona nei comuni chiamati alle urne. Prima tappa Catania: alle 12.30 terrà una conferenza stampa all’hotel Mercure Excelsior hotel di piazza Giovanni Verga. Saranno presenti il commissario della Lega in Sicilia e senatore, Stefano Candiani, e il candidato sindaco del centrodestra, Salvo Pogliese. Poi, andrà a Maletto, e a seguire a Messina, Siracusa e infine Modica. Prevista una visita anche all'hot-spot di Pozzallo, dove proprio ieri sono arrivati altri 158 migranti, soccorsi nelle scorse ore al largo della Libia dalla nave Aquarius di Sos Mediterranee.

Comunali che vedranno un Salvini "diviso" tra M5s e Forza Italia: fra un accordo di governo con i Pentastellati e una scesa in campo con le coalizioni di centrodestra, invece, alle amministrative. Un'alleanza, quella con Berlusconi, che il leader del Carroccio continua a ribadire.

Sarà quello dei migranti il tema caldo della sua campagna elettorale in Sicilia, considerata «la nostra frontiera». Un argomento sentito in una terra di sbarchi. «Voglio migliorare gli accordi con i Paesi da cui
arrivano migliaia di disperati per il bene nostro e loro!», ha dichiarato Salvini in piena festa della Repubblica.«A casa loro sarà una delle nostre priorità», aveva detto nei giorni scorsi a Sondrio poche ore prima della formazione del Governo Conte e in attesa di essere nominato ministro dell'Interno. Da ministro dell'Interno assicura «una bella sforbiciata a quei 5 miliardi di euro», ma assicura anche un dialogo e una collaborazione con il Vaticano, impegnato in prima fila sul tema dell'accoglienza.  «Ho iniziato a coltivare utili e numerosi rapporti con diversi esponenti del mondo cattolico: lavoreremo assieme, vi stupiremo, troveremo decisamente convergenze», dichiara Salvini escludendo che il Governo possa entrare in collisione con la Chiesa.  «Con loro - aggiunge - ci sono molte più vicinanze che
distanze perché l’accoglienza, nei limiti e nelle regole e nelle  possibilità, penso sia interesse di tutti». A chi gli chiede se confermerà gli accordi con la Libia, avviati dal suo predecessore Marco Minniti, taglia corto e dice: «Prima devo studiare».

 

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