Carlo Cottarelli al lavoro sulla sua short list di ministri con lo sfondo lo scontro frontale tra l'asse M5s-Lega e il Quirinale. Una bufera ormai istituzionale che esce dai palazzi romani per arrivare nelle piazze: Luigi Di Maio e Matteo Salvini, usando toni durissimi, chiamano alla mobilitazione popolare contro i poteri forti e l'Europa delle banche, a difesa del diritto dei cittadini italiani di decidere il proprio governo.
La Lega annuncia che sarà presente in mille piazze il 2 e il 3 giugno, i Cinque Stelle, invece, puntano tutto su una manifestazione nazionale, a Roma il 2. Lo stesso il Pd che annuncia, invece, per il primo giugno una mobilitazione nazionale, sempre a Roma, a difesa del Colle e della Costituzione.
Nel frattempo, l'ex capo della delegazione italiana al Fmi, accettando il suo mandato, chiarisce che senza la fiducia è pronto a dimettersi immediatamente, in modo da andare al voto dopo agosto. In caso contrario, punta ad approvare la legge di bilancio, aprendo la strada quindi a elezioni per l'inizio del 2019.
Parole che non placano minimamente gli attacchi furiosi di Lega e M5s contro Sergio Mattarella, accusato di aver privilegiato gli interessi di Bruxelles a quelli dei cittadini italiani. Di Maio e Salvini, tuttavia si distinguono nella richiesta di elezioni immediate: il leader leghista, com'è noto, ha sempre detto che in caso di rottura restava solo il voto prima possibile. Di Maio, invece, è molto più prudente: "Spero a ottobre, forse è meglio settembre", sottolinea a Matrix.
Intanto si cimenta in un duro botta e risposta con il Colle sui nomi dei ministri dell'Economia presentati a Mattarella. Toni totalmente diversi anche circa la decisione di mettere in stato d'accusa il capo dello Stato: i Cinque Stelle annunciano, con Manlio Di Stefano, che presenteranno "appena possibile" la richiesta di impeachment.
Il Carroccio, invece, prende tempo: "Io - osserva Salvini di prima mattina - le cose le faccio se ho elementi concreti: al momento non li ho, devo vedere, devo studiare". Una frenata che rappresenta, al momento, l'unico punto in comune tra Lega e Forza Italia, i cui rapporti sono sempre più difficili.
Matteo Salvini minaccia il Cavaliere: se vota la fiducia a Cottarelli, addio alleanza. Berlusconi cerca di calmare le acque annunciando che non appoggerà questo esecutivo e assicurando che "l'unica soluzione per il futuro è il centrodestra unito" destinato a "prevalere" alle prossime elezioni anche grazie al suo ritorno in campo. Ma Salvini resta freddo.
Domenica si era lamentato del fatto che il Cavaliere avesse difeso il Colle: "Invece di dire mezza parola a difesa di un suo alleato, dice sostanzialmente viva Mattarella, viva la Merkel. Ora non voglio fare scelte affrettate, ma parliamo domani".
E ieri, altrettanto gelido, alla domanda di Barbara d'Urso sull'alleanza di centrodestra, risponde enigmatico: "Ci penserò, ci penserò. Ma è certo che alla dignità e alla lealtà non rinuncio".
Tutto rivolto alla prossima campagna elettorale anche l'ex segretario Pd, Matteo Renzi che su Facebook si mostra decisamente ottimista: "E' l'occasione di una rivincita del Pd ma anche di un salvataggio del Paese che può essere fatto non solo dal Pd. Dobbiamo allargarci, non restare chiusi. Occorrerà l'impegno di tutti. Noi - assicura - ci saremo".
Mobilitato anche il premier dimissionario Paolo Gentiloni che pubblica su twitter la foto della folla di piazza Castello a Torino, "in difesa della Costituzione e del presidente della Repubblica".
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