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Nuovo contratto dei regionali in Sicilia, scontro con i sindacati

Bernadette Grasso (Autonomie locali e Funzione pubblica)

Riclassificazione e riqualificazione del personale, progressioni economiche, rappresentanze sindacali unitarie, sedi virtuali di lavoro, merito e produttività sono i punti fondamentali concordati al tavolo tecnico che si è svolto oggi alla Funzione pubblica con l'assessore regionale Bernadette Grasso sul contratto dei dipendenti.

"Le direttive dell'assessorato per il rinnovo del contratto dei regionali sono pronte - ha annunciato l'assessore Grasso - Ho accolto molte delle proposte che mi avete fatto nei tre incontri che ci sono stati dal giorno del mio insediamento e ho messo parte della mia visione della macchina amministrativa. L'opinione pubblica ci chiede un'erogazione di servizi più qualificati, punteremo al merito e alla produttività e impiegheremo le risorse necessarie. Qualcosa potrà andare a regime subito, qualcosa potrà essere chiuso successivamente, ma con passaggi certi".

Il documento sarà ora trasmesso all'Aran, dopo la ricostituzione degli organi che avverrà nella riunione della di giunta, per la contrattazione finale.

L'assessore, supportata dalla Ragioneria generale della Regione siciliana, ha confermato inoltre che le somme a disposizione ammontano a 53 milioni di euro, sufficienti sia per il rinnovo del contratto del comparto sia per la dirigenza.

I sindacati però parlano di risorse incerte, decorrenze contrattuali incerte, ad oggi niente saldo Famp del 2017. "Restano nubi sulle intenzioni del governo regionale in merito al rinnovo dei contratti". Così i sindacati autonomi Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna confermano le assemblee sit-in in programma il 5 giugno prossimo a Palermo e Catania e rispediscono al mittente “ogni eventuale elemosina”.

Per gli autonomi "anche le promesse relative alla disponibilità delle risorse finanziarie, a dire dell'assessore regionale alla Funzione pubblica sufficienti ai rinnovi dei contratti, non possono rassicurare i sindacati maggiormente rappresentativi perché si ha la sensazione che si voglia liquidare oltre 12 anni di arretrato con una tazza di broda riscaldata".

Quindi i sindacati proseguono: “L’impressione è che questo governo voglia solo prendere tempo in attesa che da Roma arrivino risorse per chiudere un bilancio che fa acqua. Rispediamo, quindi al mittente, ogni eventuale elemosina e anche le dichiarazioni dei tre sindacati confederali minoritari che, addirittura, sembrerebbero avere anteposto l’esigenza di improbabili elezioni delle Rsu allo stesso rinnovo dei contratti e della riclassificazione”.

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