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Governo, nuovo incontro Di Maio-Salvini: si stringe sui punti del contratto, ma è rebus sul premier

Luigi Di Maio al suo arrivo al Pirellone

Nuovo vertice fra M5s e Lega: al Pirellone di Milano è in corso il secondo round di trattative fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per la formazione del nuovo governo. Se da un lato "c'è un'intesa su molti temi", ha detto il capo politico dei Cinquestelle, dall'altro gli occhi sono puntati sul nome del premier, sul quale non è stata trovata ancora un'intesa.

Oggi potrebbe essere il giorno decisivo, se non altro perché scade il tempo che i due leader hanno chiesto al presidente Mattarella, che proprio ieri ha lanciato una sorta di ultimatum, sottile, parlando dei ruoli del capo dello Stato e sottolineando di non essere "un notaio". "Sulla scelta del premier e poi dei ministri userò tutte le mie prerogative - ha detto ieri Mattarella da Dogliani, dove ha partecipato alle commemorazioni di Luigi Einaudi -; poi attenzione a non varare provvedimenti creativi senza copertura di Bilancio perché è mio potere e dovere rimandarli alle Camere".

Salvini e Di Maio però sembrano più concentrati a chiudere "un contratto di governo" prima e a fare nomi, poi. "C'è intesa su molti punti e stiamo discutendo su quelle cose su non siamo d’accordo: ma è normale che sia così, altrimenti non saremmo due forze politiche alternative", ha dichiarato in un video su Fb il leader di M5s, mentre mostra la bozza del possibile contratto di governo e precisa: "Non è un’alleanza, ma un contratto. Non stiamo parlando di nomi ma di questioni rimaste per tanto tempo irrisolte in Italia e che anche per questo peggiorano sempre di più". Dall'incontro di ieri trapela che si sarebbe trovato un accordo su 15 punti sui 19 presenti nel contratto. Tra questi, obiettivi comuni sono il superamento della Legge Fornero e la rinegoziazione dei trattati con l'Unione Europea. Sembra esserci un via libera di Salvini anche sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei grillini. Bisognerà vedere se si troverà un'intesa anche sugli altri quattro temi, tra questi la legge sul conflitto di interessi proposta da M5s.

Bocche cucite invece sui nomi dei ministri e soprattutto del premier. Nelle scorse ore si era parlato di un premier terzo, forse un tecnico. Si era fatto il nome del bocconiano Guido Tabellini. Ipotesi che pare essere stata smentita oggi da fonti vicine ai due leader, che starebbero provando a trovare comunque una figura politica che possa rappresentare meglio i programmi di entrambe le forze politiche. Insomma, la partita è ancora tutt'altro che chiusa.

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