Se non ci fosse stata la riforma Fornero in Resais sarebbero rimasti 70 lavoratori invece degli attuali 550, di cui 250 in accompagnamento alla pensione e la restante parte collocata soprattutto nei comuni e nei rami dell’amministrazione regionale, con un’età anagrafica comunque alta.
La società contenitore dove la Regione negli anni ha collocato il personale più svariato 'soccorso' da situazioni di crisi anche industriale arrivando alla cifra record di 5000 alla fine degli anni Novanta, dovrebbe accogliere tra un anno quasi 3 mila ex Pip.
Così stabilisce la finanziaria approvata dall’Assemblea regionale, anche se a Palazzo dei Normanni non sono pochi quelli che ritengono la norma a rischio impugnativa da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Si tratta infatti di personale che al momento beneficia di un sussidio versato dall’Inps anche se pagato dalla Regione, mentre il passaggio in Resais comporterebbe l’assunzione a tempo indeterminato, probabilmente part-time, in una società industriale, con l’onore di pagare i contributi a queste persone ai quali finora la Regione non versa neppure un euro.
Inoltre, problema non secondario è la tipologia contrattuale che andrebbe applicata agli ex Pip. Alla Resais sono in attesa di capirne di più, sotto il profilo giuridico e soprattutto sotto quello finanziario anche perché la società si limiterebbe a gestire il personale assegnandolo alla pubblica amministrazione e a pagare gli stipendi comunque a carico della Regione.
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