PALERMO. Ars al lavoro per l’esame della Finanziaria. Dopo le cinque ore di discussione generale di ieri, in cui le opposizioni hanno annunciato battaglia, Sala d’Ercole si è appena riunita con l’obiettivo di approvare la manovra - 90 articoli e oltre 1000 emendamenti - entro il 30 aprile, data di scadenza dell’esercizio provvisorio.
La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Miccichè con l'approvazione del bilancio interno dell’Ars: il costo del Parlamento regionale a carico del bilancio della Regione per il 2018 sarà di 139 milioni di euro, circa 4 milioni in meno rispetto allo scorso anno.
Il secondo punto all’ordine del giorno, la modifica del regolamento interno per l’allargamento del Consiglio di presidenza, è stato rinviato a un momento successivo.
L'Ars ha poi approvato il bilancio della Regione, il voto finale arriverà al termine dell'esame della manovra. Il presidente Gianfranco Miccichè ha quindi sospeso la seduta per una riunione dei capigruppo, prima di iniziare l'esame della finanziaria che è composta da una novantina di articoli, ai quali sono stati presentati circa 1.300 emendamenti.
Secondo quanto annunciato nei giorni scorsi da Miccichè, si andrà a oltranza con un termine massimo fissato per le 22.
Arrivano le prime reazioni sul bilancio dell'Ars. "Non può sfuggire a nessuno che i costi di questa Assemblea regionale sono evidentemente troppo alti, se confrontati ad esempio con ciò che accade nel resto del Paese - commenta Vincenzo Figuccia, deputato dell'Udc -. La Lombardia ad esempio, che ha più o meno la stessa estensione del territorio siciliano, costa esattamente la metà, con una spesa di circa 80 milioni di euro".
“Il primo bilancio interno a 70 deputati prevedeva un risparmio di 3 milioni circa, ebbene, il provvedimento appena approvato in Aula sancisce un’economia di 4 milioni di euro” dice il relatore Giorgio Assenza, che definisce il voto di stamattina “un ottimo viatico per la continuazione di una legislatura che sarà ricca di fatti concreti, con un’assemblea che continuerà nella sua nuova politica di tagli degli sprechi, di riduzione della spesa pubblica”.
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