ROMA. "Non so se ci siano le condizioni per fare un governo. So che il centrosinistra non può sottrarsi al confronto; ha il dovere di andare a vedere. Nel momento in cui i 5 Stelle passano dalla propaganda elettorale alla responsabilità di governo, dovranno fare una selezione delle priorità dei passi possibili. È una sfida cui io li chiamerei. Se invece tutti si alleano per impedire loro di governare, la prossima volta prendono il 50%".
Lo afferma l'ex premier Massimo D'Alema, esponente di LeU, in un'intervista al Corriere della Sera in cui non risparmia un attacco a Matteo Renzi.
"Diffido dell'uso troppo facile del termine populista. Gran parte dell'elettorato dei 5 Stelle viene dalla sinistra", dichiara D'Alema. "Di fronte alla condizione del Mezzogiorno, tema in questi anni del tutto dimenticato, i 5 Stelle hanno detto: noi diamo un reddito ai poveri e combattiamo i privilegi. Sono le due bandiere della sinistra".
"Lì c'è un pezzo del nostro mondo. Il confronto è necessario a verificare la possibilità di avere un programma comune, non demagogico ma in discontinuità con questi anni. Si tratta anche di capire se i 5 Stelle vogliono davvero governare".
Sul segretario dem, "che senso di responsabilità nazionale è dire 'sto all'opposizione', quando è evidente che non c'è modo di formare un governo? All'opposizione di che? Capisco che Renzi viva una fase di smarrimento, ma la sua posizione non ha senso compiuto", dice D'Alema.
L'astensione per far nascere un governo di centrodestra "sarebbe un suicidio. Non possiamo avere nulla a che fare con un lepenista. Vorrebbe dire prendere quel che resta della sinistra italiana e consegnarla a Di Maio", avverte D'Alema, secondo cui un governo del presidente "è una soluzione estrema: se non si trova nessuna via, il presidente della Repubblica dà l'incarico a una personalità esterna e chiede a tutti i partiti un atto di responsabilità. Può durare alcuni mesi, il tempo di fare la legge elettorale. Certo - osserva - se la fanno la Lega e i 5 Stelle le elezioni successive diventano un ballottaggio Salvini-Di Maio; noi possiamo anche non presentare le liste".
Nell'intervista D'Alema commenta il suo risultato elettorale: "Accettare la candidatura è stato un errore politico. Ma sul piano personale ho fatto quel che mi sentivo: combattere per le cose in cui credo. Ognuno deve seguire il suo demone".
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