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Pd, Crocetta non sarà in nessuna lista
Restano fuori anche Antoci e Lumia
Fi, polemiche sul cognato di Genovese

PALERMO. Rosario Crocetta resta fuori dalle liste del Pd per le politiche del 4 marzo. Dice di non avere "nessun risentimento" ma in un suo messaggio su Facebook usa termini non proprio concilianti: "restaurazione", "epurazione di ogni dissenso". E poi annuncia "un'operazione verità" di cui darà conto nei prossimi giorni.

Insomma non è andata come previsto per l'ex presidente della Regione che soltanto pochi giorni fa aveva parlato apertamente di un "accordo per un posto sicuro nel proporzionale ma non mi tiro indietro, accoglierei anche la sfida dell'uninominale. Il partito in Sicilia ha ancora i suoi spazi e le sue risorse, sono certo che questa sfida si può affrontare".

Di tutt'altro tono il messaggio che ha diffuso oggi sui social: "Nessun risentimento abbiamo a scelto la politica per servizio. Nessuna sorpresa sulle liste Pd: è andata come avevo previsto. Non sarà certamente la vicenda delle candidature a farci rinunciare alla politica. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso. Faremo un'operazione verità".

Fuori anche il senatore Beppe Lumia, ex presidente della commissione antimafia, che non sarà ricandidato alle politiche col Pd, che affida a Facebook il suo sfogo: "Cosa è successo stanotte nel Pd? Tutti me lo chiedono, c'è un'enorme preoccupazione. La risposta è semplice: stanotte è stato dato un altro colpo mortale all'idea di partito progressista, plurale, fatto di culture politiche, di classi dirigenti, di progettualità che si incontrano, per restringere il cerchio e vivere questa campagna elettorale con un'idea disperata e del 'si salvi chi può".

E anche a Messina è polemica sulle candidature per le elezioni nazionali. Già ci sono i primi mal di pancia in molti partiti. Dentro Forza Italia fa scalpore la candidatura nel collegio uninominale Barcellona Taormina di Franco Rinaldi, cognato del deputato nazionale Francantonio Genovese e zio di Luigi Genovese, deputato regionale all'Ars.

Tra gli azzurri non tutti hanno preso hanno preso bene la presenza di un altro parente di Francantonio Genovese, detto "mister ventimila preferenze", già condannato in primo grado a 11 anni di reclusione nel processo sui corsi di formazione regionale. Tra l'altro anche Rinaldi, ex deputato all'Ars, è già stato condannato nel processo 'Corsi d'oro' ed è imputato nel processo 'Matassa' per corruzione elettorale.

Nello stesso collegio dovrebbe essere candidata anche Elisabetta Formica, figlia di Santi Formica, ex deputato e assessore regionale, che non è riuscito a conquistare un seggio alle scorse elezioni all'Assemblea regionale. Formica è stato di recente indagato perché avrebbe provato a blindare il suo patrimonio per evitare che la Procura regionale della Corte dei conti lo aggredisse dopo una sentenza di condanna.

Sempre in Fi fanno discutere le candidature di Matilde Siracusano, ex aspirante miss Italia nel 2005, e di Urania Papatheu, manager catanese condannata in primo grado per presunti sperperi nella gestione dell'ex Ente fiera di Messina.

Anche nel Pd serpeggiano malumori per la candidatura a capolista nel Collegio proporzionale Camera Messina del Rettore Pietro Navarra, che non si è ancora dimesso dalla carica. Sembrerebbe invece tramontata la candidatura del responsabile nazionale legalità del Pd Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, sfuggito nel 2016 a un attentato da parte della mafia.

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