CATANIA. «C'è un cauto ottimismo», nello staff di Nello Musumeci dopo la lettura degli exit poll per i candidati governatori in Sicilia che lo vede davanti di almeno due 'incollature» al 5 stelle Giancarlo Cancelleri. Lui non commenterà, parlerà domani a bocce ferme. Ma nel suo entourage emerge sia una forte tensione, ma anche una «moderata fiducia sul dato definitivo di domani». E’ un Musumeci più rilassato, consapevole di essere al momento, secondo le rilevazioni statistiche, davanti a Cancelleri per arrivare alla guida di Palazzo d’Orleans, quella di presidente della Regione. Ma il meccanismo elettorale siciliano, con lo spoglio che comincia l’indomani dalle 8 non dà certezze, né permette di consolidare dati statistici. E in una notte lunga da passare Musumeci, 62 anni, bancario, una vita tutta a destra con Msi, Alleanza nazionale, dalla quale uscì nel 2005 in rotta con «il centralismo di Giafranco Fini», fondando Alleanza Siciliana, penserà al suo ipotetico nuovo incarico di presidente della Regione. Quel sogno che nel 2012 sembrava a un passo fino alla rottura nel centrodestra: quando appoggiato dal Pdl, Cp, Adc e una sua lista del presidente arrivò secondo, con circa 521mila voti (25,70%). A impedire il suo successo, e favorire la vittoria di Crocetta 671mila voti (30,50%) fu l'attuale alleato Gianfranco Miccichè che, arrivato quarto, appoggiato da Mpa, Grande Sud, Fli e Ppa drenò a Musumeci 321mia voti (15,40%). Mettendo insieme i voti delle due aree il centrodestra avrebbe avuto 833mila preferenze, il 41% dei voti e una vasta maggioranza all’Ars. Nella notte Musumeci non potrà fare a meno di pensare a quel 2012, dove i nemici sono diventati amici e che potrebbero tornare ad essere dei 'problemì nella gestione dell’Assemblea regionale siciliana dove avranno un peso importante le liste e i deputati. Che saranno 70, per la prima volta 20 in meno, ma non per questo meno agguerriti. Se ottenesse il 40% dei voti potrebbe avere una risicata maggioranza in aula. Ma il tema principale è quanto reggerà il patto dell’arancino di Catania, e quando terrà il centrodestra anche in Sicilia. Da qui unito parte per sfruttare l’aria di destra che soffia sull'Europa per le politiche, ma c'è la percezione che ci sia ancora 'baruffà nell’aria.