PALERMO. Il puzzle per le Regionali del 5 novembre è ad un passo dall’essere definitivamente completato. Giancarlo Cancelleri, Claudio Fava, Fabrizio Micari e Nello Musumeci sono i quattro nomi su cui alla fine si concentrerà l’attenzione degli elettori siciliani.
Oggi è stata una giornata di “assestamento” per quel che riguarda gli equilibri e la definizione delle forze in campo. A partire dal rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, che, dopo avere incassato l’appoggio del Partito democratico, adesso riceve quello di Alleanza Popolare. L’investitura è arrivata dal leader di Ap, Angelino Alfano, che dà il via libera ufficiale, dopo aver incontrato nel pomeriggio il rettore in un hotel a Palermo insieme a Leoluca Orlando e Dore Misuraca.
In mattinata Giuseppe Castiglione, sottosegretario e coordinatore del partito di Alfano in Sicilia aveva fugato anche ogni dubbio su mal di pancia nel suo partito: "Spaccature in Ap? Il partito non solo non lascia ma raddoppia, ci sono tanti dirigenti, militanti e semplici cittadini che si considerano lontani anni luce da Salvini e Meloni, dunque da Musumeci".
È stato anche il giorno di un altro sottosegretario siciliano, il renziano Davide Faraone: "La frammentazione rischia di consegnare la Regione alla destra o ai Cinquestelle. Micari è un candidato competitivo, la sinistra rifletta".
Ma Fava, candidato di sinistra per Palazzo d’Orleans e destinatario delle parole di Faraone, si mostra più che sicuro: "Se penso di potere sorpassare Micari, il candidato di Renzi? Assolutamente sì. Perché che Micari sia il candidato di Renzi, o che Fava sia il candidato o meno di Pisapia, ai siciliani non frega nulla. A loro frega sapere chi sono Fava, Micari, Musumeci chi si portano dietro, la loro proposta di governo, quali persone li affiancano, quale zavorra esista rispetto al passato e quale proposta di novità e di discontinuità esista rispetto al futuro".
Intanto il centrodestra si compatta sempre più intorno al nome di Nello Musumeci. Oggi è stato il turno dell’Udc con Lorenzo Cesa, segretario nazionale del partito, e il commissario regionale, Antonio De Poli che hanno incontrato i giornalisti all’Ars: "Puntiamo su Nello Musumeci che rappresenta un'alternativa credibile di alto spessore rispetto al fallimento di Crocetta. Tutti i sondaggi ci dicono che i siciliani lo hanno sonoramente bocciato. Tuttavia, c'è ancora una fetta importante di elettorato che oggi si asterrebbe dalle urne: noi guardiamo a questi siciliani, delusi dalla politica dei 'vaffa' e dalla sinistra, per ridare centralità alla Sicilia e accendere i riflettori su 3 fattori chiave: Politiche per la persona, per il lavoro e per la famiglia".
Mentre Gianfranco Miccichè parla dell’”entusiasmo crescente per la ritrovata unità del centrodestra”: "Abbiamo un programma concreto che verrà attuato da uomini seri quali sono, ad esempio, Musumeci e Armao. Nella nostra regione ai finanziamenti a pioggia del passato, privi di reale sostanza, vogliamo sostituire progetti mirati, incentrati sulle vere potenzialità della nostra terra, quali sono turismo e agricoltura".
Cancelleri, da parte sua, pubblica su Facebook un lungo post: "I sondaggi ci danno primi ma non basta - scrive -. Dall'altra parte ci sono 12 milioni di candidati infilati dentro altrettante liste di coalizione. Si alleeranno pure con i morti per batterci. Ma i loro serbatoi di voto sono limitati e in esaurimento".
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