PALERMO. Approvata la mini-Finanziaria con 37 voti favorevoli e 15 contrari. La manovra si porta con sé qualche misura anche per precari e disoccupati, e soprattutto il maxi fondo da 238 milioni per i disabili. Tra le ultime norme che hanno avuto l’ok la tabella che stanzia circa 200 milioni di finanziamenti e contributi per enti e associazioni.
Il Parlamento ha continuato a muoversi in un clima da fine legislatura con lo spettro di un rimpasto post-approvazione che aleggiava a ogni votazione e un occhio sempre rivolto alla campagna elettorale. La scorsa notte è mancato il numero legale per l’approvazione, dunque il voto finale è slittato a questa mattina.
Ieri è stata soprattutto la giornata dei disabili. In mattinata i deputati avevano saputo dell’incontro fra le associazioni dei familiari e Mattarella. In serata è arrivato il voto di un articolo che stanzia per il 2017 circa 238 milioni.
Crocetta lo ha illustrato così: «La norma permette di mettere insieme un finanziamento complessivo di 238 milioni già da quest’anno. A questa cifra si arriva sommando i 36 milioni stanziati due mesi fa, i 34 frutto della riserva del 10% dal fondo destinato agli enti locali, gli 80 milioni che la Regione ha trovato nelle pieghe del proprio bilancio, i 20 che serviranno esclusivamente a pagare il trasporto e l’assistenza ai disabili nelle scuole. E poi ci sono i 68 milioni del fondo nazionale che per ora anticipiamo noi».
Per Crocetta «è passata anche la mia proposta che permette di non rendicontare queste somme in modo che ogni disabile possa spenderle per i servizi che più gli servono. Gli impegni sono stati mantenuti».
Il via libera è arrivato dopo circa un’ora di dibattito, in un’aula con evidenti posti vuoti fra i banchi dei deputati di entrambi gli schieramenti. Ma tanto è bastato per raccogliere, per la prima volta, il plauso delle associazioni dei familiari: «Ora ci sono i soldi. Sarà loro responsabilità spenderli presto. Comincino a fare i progetti» ha sintetizzato Giuseppe Catalano, uno dei leader del movimento “Siamo handicappati non cretini”.
Per uscire dall’impasse è stata necessaria una mediazione sulla norma-chiave della manovra, quella che prevede il riacquisto da parte della Regione degli immobili che la stessa Regione aveva ceduto ai privati nel 2007 per un paio di centinaia di milioni già “bruciati” in spesa corrente. È, questo, il cuore della Finanziaria, l’articolo in grado di immettere nel circuito economico qualcosa come 200 milioni (ne leggete i dettagli a parte).
La norma prevede che attraverso il Fondo Pensioni la Regione riacquisti 32 immobili ceduti nel 2007. Il costo sarà di una sessantina di milioni a cui si aggiunge l’accollo del mutuo da un centinaio di milioni acceso in questi anni sui palazzi. Questi immobili finiranno nel capitale del Fondo Pensioni e grazie a questa mossa la Regione potrà evitare di trasferire 59 milioni all’anno per i prossimi anni.
Si tratta di un’operazione finanziaria complicata su cui l’opposizione aveva alzato le barricate raccogliendo la preoccupazione dei sindacati sull’eventuale indebolimento del Fondo che garantisce le pensioni dei regionali. È stata approvata con una riscrittura frutto di una mediazione fra le richieste dell’opposizione e il testo scritto dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei.
Complice l’intervento di Antonello Cracolici, il nuovo testo prevede che se il trasferimento dei beni e delle garanzie non avverrà in tempo la Regione potrà rinviare il trasferimento dei 59 milioni al Fondo Pensioni garantendosi così la liquidità necessaria per quest’anno.
Approvata anche la norma che permette agli Asu (categoria che comprende circa 6 mila precari che non hanno un contratto ma percepiscono un sussidio da circa 600/700 euro al mese) di entrare nel bacino degli Lsu e poter così essere inseriti nei percorsi di stabilizzazione che saranno avviati entro la fine del 2018. Esulta il Csa con Mario Mingrino e Vito Sardo.
La norma – frutto di un emendamento di Mimmo Turano dell’Udc - prevede che a questi precari possa essere agganciato un budget che incasserà chiunque li assuma (sia enti pubblici che privati). La stessa norma assegna al governo le risorse per pagare gli arretrati a chi non aveva percepito lo stipendio del dicembre scorso (pronti 2,5 milioni). Previsto anche il passaggio alla Regione di una piccola quota di Lsu che fino a ora sono stati formalmente “statali”: alla Regione costeranno due milioni all’anno.
Approvato anche un articolo che prova a tendere una mano ai 1.700 sportellisti che avevano lavorato nei servizi di orientamento della formazione professionale. La norma stanzia sei milioni che serviranno a garantire un primo, temporaneo, inserimento nei Centri per l’impiego mentre un contratto più solido si potrà avere solo quando arriveranno i fondi comunitari per finanziare i progetti di politiche attive del lavoro. Per la Uil, con Giuseppe Raimondi, «ora il governo non ha più alibi e deve mettere subito a punto un sistema capace di aiutare le famiglie e chi è in cerca di un'occupazione».
E passa anche l’esenzione totale dai ticket sanitari per gli inoccupati con reddito lordo inferiore a 11 mila euro, norma chiesta a gran voce dal Pd. Sono le misure più politiche di una manovra ridotta all’essenziale per la carenza di fondi e per il mancato accordo fra i partiti della maggioranza e il governo.
Per tutti i sei giorni si è respirato un clima da ultimo atto: l’opposizione ha più volte inserito nel dibattito i boatos secondo cui dopo la Finanziaia potrebbe arrivare un rimpasto. Una mossa con cui Crocetta si metterebbe nelle condizioni di affrontare gli ultimi sei mesi di legislatura con un governo di fedelissimi (senza i renziani). C’è stato il tempo di approvare anche la proroga per due anni dell’affidamento del servizio di trasporto locale alle autolinee, rinviate quindi le gare pubbliche.
Approvato anche un articolo, caro a Crocetta, che impone alla Regione a gli enti pubblici collegati di pubblicare sui quotidiani il «rendiconto semplificato per i cittadini» e pure i subappalti. Lo stesso obbligo avranno Asp e ospedali: per tutto questo c’è un finanziamento di un milione.
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