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Rosy Bindi si ferma dopo 27 anni: "Lascio la politica a fine legislatura"

La presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi

ROMA. "Ho lavorato in questo Palazzo per ventitré anni, e prima ancora altri cinque a Strasburgo. La passione mi ha tenuta viva e integra. Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde. Finita questa legislatura lascerò il campo".

E' sicuro e definitivo il messaggio con cui Rosy Bindi, in una lunga intervista al Fatto quotidiano, annuncia il suo addio alla politica. Una carriera lunga 27 anni che ha compreso anche due poltrone da ministro e culminate nel ruolo di presidente della Commissione Antimafia.

Una scelta motivata dalla voglia di tornare alle sue vecchie passioni e alla vita di tutti i giorni, anche se questo non vorrà dire ritirarsi a vita privata. "Vorrei dedicarmi agli studi, tornare al mio vecchio amore per la teologia. E poi viaggiare un po' - racconta -. Come dice Romano Prodi, finora sono stata in tutti gli aeroporti del mondo. Ma non mi ritirerò a vita privata. Maria Eletta Martini e Tina Anselmi finchè hanno potuto si sono impegnate. E io vedo un gran bisogno di formazione alla politica e di ricostruzione delle reti associative".

Sul Pd rivela: "Ho lasciato una casa incompiuta e ora la ritrovo un po' diroccata. Il Pd come si è visto non funziona se si trasforma in un carro al seguito dell'uomo solo al comando. Se riprende quella strada, forse avrà vita".

Dichiara inoltre di sostenere Orlando alle primarie Pd, pur ritenendo Renzi un "vero competitore". "I miei amici stanno con lui - aggiunge - e io mi sento naturalmente più vicina alla sua idea di governo plurale del partito".

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