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"Meglio il calcetto del curriculum": nuova bufera su Poletti

Foto Ansa

ROMA. Nuove polemiche sul ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per le sue dichiarazioni sui giovani e l'occupazione. Dopo essere finito nella bufera per le parole sui ragazzi che emigrano cercando lavoro all'estero ("alcuni è meglio non averli tra i piedi"), oggi è la volta di una frase rivolta agli studenti di un istituto tecnico professionale di Bologna a scatenare le critiche del mondo politico.

Per trovare lavoro "il rapporto di fiducia è un tema sempre più essenziale" e in questo ambito si creano più opportunità "a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula", ha dichiarato il titolare del Lavoro. Immediate le reazioni alle parole del ministro, con i Cinque stelle fra i primi ad attaccare. Per Alessandro Di Battista "Poletti dice che per trovare lavoro conviene più il calcetto del cv. Anche Buzzi - si chiede provocatoriamente - giocava?".

Il Movimento giudica le parole "da cartellino rosso", "un calcio in faccia ai molti giovani disoccupati", rincarano i 5S, che approfittano del paragone calcistico per proporre "di cambiare finalmente la squadra di Governo. Dura la posizione anche di Mdp, con Arturo Scotto che resta sulla linea delle metafore calcistiche: "caro Poletti, il lavoro non si conquista con il calcetto, anche perché tu da ministro - scrive su Twitter il deputato - non hai dimostrato di essere Maradona".

Non mancano le critiche nemmeno fra le file del Pd: "Certe affermazioni sono quantomeno discutibili. Se il ministro voleva fare dell'ironia, l'hanno capita veramente in pochi", afferma Antonio Misiani, parlamentare Dem sostenitore di Orlando. Poletti prova a fare una parziale marcia indietro, spiegando in tarda serata di "non aver sminuito il valore del curriculum, ma di aver sottolineato l'importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell'utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola".

L'incontro a Bologna con gli studenti era infatti focalizzato proprio sull'alternanza scuola-lavoro: "I ragazzi hanno compreso e condiviso il significato delle mie frasi", ha puntualizzato ancora Poletti, definendo "strumentalizzazioni" i commenti politici che si sono susseguiti. E' certo che dopo i 'bamboccioni' dell'ex ministro del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa, e i 'choosy' di Elsa Fornero, si conferma difficile il rapporto fra i giovani e il mondo della Politica. Lo stesso Poletti, parlando agli Universitari, aveva già detto che "prendere 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21". Mentre il vice della stessa Fornero, Michel Martone, era stato ancora più duro: "bisogna dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei laureato sei uno sfigato".

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