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Regione, toto-assessori in giunta dopo le dimissioni di Micciché

Rosario Crocetta con Gianpiero D'Alia

PALERMO. Le dimissioni dell’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, avranno l’effetto di un detonatore per la tenuta degli equilibri nella giunta Crocetta e nella maggioranza.

L’assessore di origini nissene ha lasciato dopo il caso dei disabili a cui è stata negata assistenza. E ora il partito di Miccichè è in cerca di un sostituto. Ma ci sono almeno tre scenari possibili.

Il primo è che al Lavoro arrivi il deputato trapanese Mimmo Turano, attuale capogruppo e uomo d’esperienza del partito. Se così fosse, il ruolo di capogruppo dei Centristi per l’Italia passerebbe all’etneo Marco Forzese. Va detto anche che nel partito ci sono fibrillazioni che nascono dalla scissione appena consumatasi dall’Udc, che con Cesa ha virato verso destra e ha di fatto dato il via alla campagna elettorale in chiave anti-Crocetta. Da qui potrebbero nascere perplessità da parte dei deputati a entrare nel governo in fase ormai di fine legislatura e nel pieno di un’ondata di contestazione politica.

Per questo motivo l’alternativa sarebbe il ricorso a un tecnico da inserire in giunta, come già avvenuto in passato. Ieri c’è stata una consultazione telefonica fra Gianpiero D’Alia, leader dei Centristi per l’Italia, e Crocetta. Il presidente avrebbe dato ampia disponibilità a D’Alia sulla scelta del nuovo assessore.

Ma in molti sono pronti a scommettere che il passaggio di consegne non sarà né rapido né indolore. Crocetta potrebbe tenere per sé le delicatissime deleghe al Lavoro e alla Famiglia almeno fino all’approvazione della Finanziaria, quindi fino alla fine di marzo. Sarebbe un modo per tenere legato a sé in attesa della nomina il partito centrista, che nelle ultime settimane aveva mostrato segni di irrequietezza politica arrivando a minacciare perfino l’uscita dalla giunta.

E questo potrebbe essere l’ultimo scenario sul tappeto. I Centristi per l’Italia potrebbero optare per una rumorosa uscita dal governo, un passo per anticipare la campagna elettorale. E’ tuttavia una ipotesi a cui credono in pochissimi e sulla quale il partito deciderà giovedì o venerdì in una riunione annunciata ma non ancora convocata.

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