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Discorso di fine anno di Mattarella, le reazioni del mondo politico

ROMA. Una stella polare dell'azione di governo, per il premier Paolo Gentiloni. Una "vergogna", per Matteo Salvini. Si inserisce in questi due confini la reazione 'a caldo' della politica italiana al discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella.

Il secondo da quando è al Quirinale, il primo dopo la fine del governo di Matteo Renzi. E, proprio il segretario Pd, telefona al capo dello Stato per comunicare la "piena condivisione" delle sue parole. Un apprezzamento che, in blocco, arriva dal Pd e dall'area centrista. Mentre Beppe Grillo, nel suo discorso 'parallelo' via blog, non cita mai il capo dello Stato ma imprime una svolta 'patriottica' al M5S: il 2017, sottolinea, "sarà l'anno dell'orgoglio degli italiani".

Pienissimo è invece il sostegno di chi, nelle parole del presidente della Repubblica, è destinato a guidare l'esecutivo almeno fino a che non ci saranno una legge elettorale omogenea. "Il messaggio di Mattarella sarà un punto di riferimento per l'azione delle istituzioni nel 2017. Le parole di Mattarella sono per noi del governo fonte di ispirazione e di incoraggiamento", sottolinea Gentiloni laddove il suo predecessore, Matteo Renzi, apprezzando l'accento posto dal Colle sui temi del lavoro, dei giovani e dell'immigrazione rimarca di "condividere pienamente il passaggio sulla situazione politica italiana e sulle priorità del l'agenda istituzionale".

Per il ministro degli Esteri e leader di Ncd Angelino Alfano Mattarella "è la guida migliore per l'Italia" mentre la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro - chiamata a facilitare la ricerca del post-Italicum - "cita l'ineccepibile e corretto riferimento alle questioni politiche e istituzionali, dalla crisi di governo al tema della riforma della legge elettorale".

Il capo dello Stato, per il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini "è un riferimento sicuro" laddove Sinistra Italiana rimarca come Mattarella ricordi a tutti la grande questione del "disagio sociale". "Un discorso equilibrato", è il commento di FI - dove Silvio Berlusconi tuttavia resta in silenzio - mentre di segno opposto è la reazione della destra.

"Mattarella non mi rappresenta. Per la Lega gli italiani, i nostri concittadini, vengono prima. Non come Mattarella che mette prima le banche, l'Europa, i poteri forti", attacca Salvini che parla subito dopo il presidente della Repubblica. Giorgia Meloni di Fdi definisce invece "poco rispetto imporre un governo identico a quello precedente".

E Grillo? Nel suo tradizionale intervento via blog ignora il Colle, parla della società del futuro e di un Movimento che "ha rotto il sistema". Attacca "il rumore di stampa e tv che sul referendum non sono riusciti a cambiare la testa agli italiani" e imprime al M5S una vera e propria svolta patriottica. "Siamo italiani e lo voglio gridare per la prima volta. Siamo i migliori e noi siamo la sintesi dei migliori", afferma il leader M5S proponendo, sul tema dei migranti "corridoi umanitari e controlli per chi arriva".

Pochi, per l'ex comico, i riferimenti al M5S: Grillo ricorda "le gravi perdite" di Gianroberto Casaleggio e Dario Fo, incensa Rousseau, "strumento di democrazia diretta" non risparmia i partiti tradizionali: "Ecco cosa non ci perdoneranno mai i partiti politici: che un comico è stato un cofondatore di un Movimento oggi primo in Ue".

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