PALERMO. Il piano dei tagli negli ospedali è stato bloccato da Crocetta. Ma il caso ora si sposta a Roma. Passa da un accordo nella Capitale la riscrittura del progetto che dovrebbe ridurre i costi nella sanità siciliana per sbloccare poi i concorsi.
Dopo gli scontri che hanno indebolito la posizione dell’assessore Baldo Gucciardi, il Pd ha chiesto ufficialmente l’intervento di Renzi. La richiesta è partita dal gruppo parlamentare, su proposta di Giovanni Panepinto. Il segretario Fausto Raciti incontrerà venerdì il capogruppo e lo stesso Gucciardi, poi porterà a Roma le proposte per uscire dalla crisi. Raciti ammette che al punto in cui è arrivato lo scontro, il tema non può essere lasciato a governo regionale e Ars. E avverte, il segretario, l’urgenza di uscire dall’impasse per portare a casa almeno il risultato di sbloccare i primi concorsi. "Il tutto - assicura Pippo Digiacomo - passerà da un incontro con Renzi".
Il timore del Pd è quello di perdere consensi su un tema, la sanità, delicatissimo. Ma è il timore anche di tutte le altre forze politiche coinvolte nella vicenda. Ncd, il partito del ministro Lorenzin, non ha gradito l’attacco di Crocetta e Gucciardi, secondo cui i tagli sono stati imposti proprio dal ministero.
I big di Ncd – Francesco Cascio, Dore Misuraca e Giuseppe Castiglione – stamani sono stati al ministero e hanno ottenuto dal direttore generale Renato Botti la disponibilità ad accompagnare la Regione in un percorso di modifica del piano. “Ma quanto fatto finora – ribadisce Misuraca – è tutta farina dell’assessorato regionale alla Sanità. Il ministero non c’entra”.
Anche Ncd chiede che prima di procedere alla riscrittura del piano venga convocata una riunione di maggioranza. Il centrosinistra esce a pezzi da questa vicenda: Pd e Ncd sono ai ferri corti e si accusano a vicenda di aver voluto penalizzare aree della sanità vicine ai rispettivi partiti. E pure l’Udc è irritata per la redazione di un piano di cui non era stata messa a conoscenza.
I tempi di approvazione del piano tornano inevitabilmente ad allungarsi. Il progetto di mettere tutti i timbri entro metà settembre è naufragato. Ora si dovrà ripartire da capo. E potrebbero volerci dei mesi: in casa Pd si teme pure che possano servire anni. Senza dimenticare che fino a quando il piano dei tagli non verrà messo a punto non potranno essere sbloccati i concorsi da 5 mila posti: annunciati ormai più di un anno fa e lontanissimi dal traguardo.
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