ROMA. Perde pezzi l'amministrazione di Virginia Raggi. A sorpresa si dimettono contemporaneamente l'assessore al Bilancio, Partecipate e Patrimonio, Marcello Minenna, e la capo di gabinetto Carla Romana Raineri. Alla base della rottura un parere dell'Anac, richiesto dal Campidoglio, secondo cui ci sono stati degli errori nella nomina di Raineri. Raggi comunica in un post notturno la scelta di revocare il capo di gabinetto, in mattinata vengono annunciate le dimissioni "irrevocabili" di Raineri e Minenna, uomo chiave della giunta capitolina.
Come se non bastasse, ad alimentare il caos romano arrivano in sequenza altre tre dimissioni pesanti: dei vertici dell'Atac (la municipalizzata dei trasporti) e di Alessandro Solidoro, amministratore unico di Ama, arrivato da meno di un mese alla guida dell'azienda dei rifiuti. Dopo l'addio di Minenna, Solidoro "ha ritenuto venute meno le condizioni per l'incarico affidatogli".
Il terremoto politico che si abbatte sulla giunta Raggi inizia di buon mattino. La sindaca Raggi su Facebook spiega che la "trasparenza è uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo. L'Anac ha dichiarato che la nomina della dottoressa Carla Romana Raineri a capo di Gabinetto va rivista in quanto 'la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l'articolo 90 del Testo unico degli enti locali (Tuel)' e 'l'applicazione, al caso di specie, dell'articolo 110 Tuel è da ritenersi impropria'. Conseguentemente, sarà predisposta l'ordinanza di revoca".
Insieme a Raineri - che diffida chiunque avanzi l'ipotesi che le sue dimissioni siano legate ad eventuali riduzioni dei suoi compensi -, lascia Minenna, arrivato dalla Consob e diventato sin da subito uomo chiave della giunta Raggi. "Ho servito lo Stato anche stavolta, come sempre", spiega l'ex assessore. La collaborazione tra Raineri e Minenna si era consolidata già nella segreteria tecnica del commissario Francesco Paolo Tronca.
A ruota comunica il suo addio Alessandro Solidoro, lasciando anche l'Ama decapitata. Capitolo a parte l'Atac: le dimissioni del dg Marco Rettighieri e dell'amministratore unico Armando Brandolese, vengono formalizzate dopo giorni di polemiche col Campidoglio tacciato di "ingerenze e intromissioni". "Stiamo lavorando per individuare delle personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città. Non ci fermiamo", assicura la sindaca alla sua maggioranza.
"Tutti parlano di caos e di bufera, ma questo è solo l'inizio", dice il deputato M5s e vice-presidente della Camera, Luigi Di Maio, primo sponsor di Minenna. "Chi pensava che governare Roma sarebbe stata una passeggiata si sbagliava. Ci siamo fatti tanti nemici, il sistema dell'acqua, dei rifiuti, il No alle olimpiadi". Ma assicura: "Governeremo Roma. Ma il clima è tutt'altro che sereno".
Stupore tra i consiglieri, voci di dissidi interni a pezzi dell' amministrazione capitolina, gelo nel mindirettorio a 5 Stelle. C'è preoccupazione nelle stanze di Palazzo Senatorio. E la base è in fermento: "Ma cosa sta succedendo a Roma? Volete spiegarcelo oppure no?". Intanto, la nomina di Carla Raineri a capo di gabinetto di Roma Capitale sarà oggetto di accertamenti della Procura, sulla base di un esposto depositato oggi da FdI nel quale si ipotizza il reato di abuso d'ufficio. L'azione legale, legata anche ai compensi assegnati, era stata annunciata il 23 agosto scorso e riguardava non solo la nomina di Raineri (193mila euro di stipendio), ma anche quella del capo della segreteria del sindaco, Salvatore Romeo, con un compenso passato da 40mila, come funzionario capitolino, a 120mila euro.
Per il capogruppo FdI Fabrizio Ghera, sulla nomina di Raineri "scegliendo l'articolo 110 del Tuel hanno eluso due requisiti importanti della norma: il primo, accertarsi che all'interno dell' amministrazione nessuno avesse i requisiti richiesti; il secondo, bandire un avviso pubblico". "Dopo neanche due mesi e mezzo, Virginia è già al capolinea - attaccano in massa dal Pd -. La Giunta Raggi perde pezzi: Chi pensa ai romani?".
Votate all'understatement le parole di Matteo Renzi: "Rispetto il lavoro del sindaco, ha vinto lei, a lei onori e oneri, non metto bocca sulla squadra, chi vince ha la responsabilità e il dovere di governare". Parole identiche spese anche per l'allora sindaco Ignazio Marino che dopo pochi giorni vide la sua giunta cadere. Raggi resiste. Il 19 saranno 100 giorni dalla sua vittoria.
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