ROMA. Il duello è ancora agli inizi e gli appassionati della materia possono preparare i popcorn. Mentre Massimo D'Alema organizza per lunedì prossimo la prima riunione dei suoi comitati, spostandosi dall'hotel Nazionale al più capiente cinema Farnese, Matteo Renzi rievoca i fantasmi dell'inciucio della Bicamerale per attaccare il lider Maximo.
«Forse D'Alema e Berlusconi immaginano una grande Bicamerale, sono 30 anni che ne parlano. Tra D'Alema e Berlusconi è la storia di un grande amore che va rispettato», affonda il premier che assicura che non parlerà più delle sue dimissioni «anche se chi mi conosce sa che cosa farò» in caso di sconfitta al referendum.
La minoranza perde uno dei suoi cavalli di battaglia in vista della campagna per il referendum che, stando a fonti di maggioranza, si svolgerà a fine novembre. Vasco Errani, appena nominato commissario per il terremoto, si tira fuori dalla battaglia interna: «Mai - chiarisce - avrei accettato» la nomina a Commissario «in chiave dialettica dentro il partito, starò lontanissimo dalle polemiche».
L'ex governatore, che esclude una scelta in logica congressuale anche da parte del premier, non darà quindi man forte alle ragioni dell'amico Pier Luigi Bersani che chiede modifiche sull'Italicum come condizione per votare sì al referendum. Chi ha già saltato il fossato del no è invece Massimo D'Alema che fino a novembre avrà una fitta agenda di iniziative. Ma Renzi non sembra preoccupato, convinto che stando «al merito e dicendo la verità si vince».
La critica a D'Alema è di aver cambiato idea rispetto alle sue stesse intenzioni nel passato sulla riforma istituzionale. «Chiedete a lui perchè ha cambiato idea - sostiene il premier - Noi abbiamo fatto la riforma che prevede risparmi e un paese più semplice, se c'è qualcuno che crede che al prossimo giro faranno una grande Bicamerale, libero di farlo, tanto in Parlamento c'è chi crede alle sirene del Mediterraneo».
Ma anche al di fuori del Pd, l'opposizione si organizza per il No. All'indomani del vertice intergovernativo di Maranello tra Italia e Germania, secondo il grillino Alessandro Di Battista, «Renzi chiederà alla Merkel una mancetta sotto forma di flessibilità agitando lo spauracchio di M5S che altrimenti potrebbe far vincere i no al referendum ed andare al governo».
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